venerdì 30 novembre 2007

you can definitely call her genius

Sorry, but I was impressed. In the year's most psychotic media moment, Britney created something more real than reality TV: entertainment without borders, an unconsciously brilliant deconstruction of American Idolism, a disintegration in slow-mo. You could almost call it art.

Sua Altezza Kim Gordon su quella performance di Britney Spears.
Altezza, non Vi dovete scusare per nulla. Anzi, dai due punti in poi (entertainment ...) io leggo solo poesia.

(via stereogum)

giovedì 29 novembre 2007

icepick, gia' che ci siamo ti dico come la penso io

La trovate qui.

Non so voi, ma l'ideatore per me e' un genio dell'imprenditoria (e' partito volendo semplicemente sfottere l'ex moglie) e della comunicazione ... uno che se solo potessi farei diventare il mio Kissinger, ma temo il massimo cui possa aspirare sia diventare io suo commesso nello stilosissimo negozio che ha nel Lower East Side.

mercoledì 28 novembre 2007

Mrs. Crocodile Ciampino

Prima guarda questo (capolavoro).





Bene.

Scene analoghe a Ciampino. Non per una sigaretta. Per un coccodrillo. Di peluche.

martedì 27 novembre 2007

Moscow I love you but you're bringing me down

Dovrei parlare un po' di Mosca, lo so, ma che diavolo volete che vi dica se non un ammasso di impressioni qua e la’? Se e’ pero’ questo che volete, perche’ altro proprio non saprei dire (non saprei nemmeno parlare in modo coerente e strutturato di Milano, pensa un po’), queste sono le cose che sono andato dicendomi con piu' frequenza nel corso di questi due mesi:

· Non sorridere mai. Fai il duro. Ti viene bene in fondo: tutti sti anni di good karma newyorkese ti stavano rendendo piu’ fesso di un ospite di Buona Domenica. Gira con il grugno di Tony Soprano e sarai trattato decentemente. La gente che sorride ed e’ gentile viene trattata malissimo; no bullshit: la vita e’ dura e sorridere e’ da superficiali.

· Non adirarti se, mentre cammini in strada, in un bar, in un club, vieni preso a spallate da gente che non fa il minimo sforzo per evitarti. E’ cosi’ che si fa. Come sopra, adeguati al costume locale e vedrai che ci proverai anche gusto a prenderli a spallate; in fondo tanti anni di pogo saranno pure serviti a qualcosa, no?

· Li ammiri perche’ hanno un modo tutto loro di fare pub crawling. Dalla cinque del pomeriggio in poi, vedi per le strade uomini e donne di ogni eta’ ed estrazione sociale deambulare per le strade con un drink in mano: birra, energy drink, Smirnoff ice, Bacardi breezer, fiaschette varie, bottigliette di vodka, whisky, rum. Camminano, chiaccherano, fanno l’aperitivo per la strada. Economico e pratico. Del resto – momento di imparaticcio, thx Lonely Planet – l’Islam non fece breccia secoli e secoli fa perche’ il di allora regnante si rifiuto’ di privare il proprio popolo dell’alcool.

· Mettiti il cuore in pace che quello che indossi non da lavoro e’ la cosa piu’ out che una persona potrebbe mettersi da ste parti, dove lo stile vagamente minimalista non fa figo ma soltanto pezzente. Qui e’ rimasto tutto al 1983; o meglio, qui si stanno godendo il loro 1983 e non hanno intenzione di abbandonarlo neanche per sogno. Per cui adeguati ad essere squadrato con fare sprezzante da dei cafoni che neanche i gioiellieri di Valenza Po.

· Della musica hai gia’ detto che qui e’ un po’ la capitale mondiale dello schifo. Gente che invita James Murphy a fare il DJ e non gli riserva nemmeno il ruolo di headliner. E tanto lui non si scompone: ride, balla sul palco mentre i New Young Pony Club fanno la cover di Pump Up The Jam e poi fa ballare tutti, come al solito, con della musica clamorosa che solo lui.

· Ti passano accanto le ventenni piu’ arrapate del pianeta (prima che si diano una calmata e decidano di diventare delle zarine pure loro). Il che sarebbe ovviamente una figata (e lo e’ per un fracco di gente), se non fossi gia’ occupato. Invece e’ una bella tortura, che’ donne che ti toccano il culo manco fossi Paul Banks mentre tu non puoi reagire non e’ una cosa poi cosi’ divertente. A tacere di simil modelle che passano mentre chiaccheri colla tua fidanzata e ti fanno l’occhiolino. Poi scopri che il bar in cima alla torre del tuo albergo, uno dei migliori della citta’, ha un rapporto troie / resto del mondo di 4 a 1. Quasi come l’Ippopotamo di Fantozzi, per capirci.

· Resti sempre senza parole, a meta’ tra il divertito e il terrorizzato, se pensi che con dei pilastri di civilta’ cosi’ solidi, nell’ordine, questi sono riusciti a: cacciare Napoleone a calci; regalare all’umanita’ i migliori romanzieri dell’800; vincere una guerra mondiale; cambiare l’ordine mondiale con una rivoluzione tutto sommato assurda (ma ai primi del secolo scorso, come peraltro di questo secolo, davano tutti un puo’ fuori di matto); sterminare una buona parte della popolazione, ora per punizione, ora per incapacita’, ora perche’ non avevano altro da fare (per inciso: il busto di Peppino Stalin e' sempre stabile nella Piazza Rossa); vincere un’altra guerra mondiale; impegnarsi in un’altra guerra che a rigor di logica avrebbero dovuto vincere a mani basse; iniziare a fare un po’ schifo; farsi umiliare persino da rocky quattro e collassare in sei minuti; essere terra di nessuno per dieci anni buoni, con una sfilza di ladri e assassini che pigliano il potere; perdere pure una guerra intestina; diventare terra di quell’unico che, mentre prevaleva nella rivincita di quella guerra intestina, ha cercato in qualche modo di contenere quei ladri e assassini, alleandosi con alcuni, segandone altri; incazzarsi di brutto con il resto del mondo per avere irriso loro, la loro nuova ricchezza e il loro gusto per lo sfarzo cafone e fine a se stesso; e in tutto cio’ non avere mai, ma nemmeno per un secondo, pensato che la democrazia e il pluralismo fossero cose che valesse minimamente la pena perseguire.

Alla fine archiviero' il tutto come un momento strano ma in fondo interessante della mia vita: ho vissuto in un posto completamente assurdo, con bottiglie di greco di tufo vendute al ristorante per 130 dollari e tassisti che mi hanno fatto fare il giro della citta’ con meno di 10 dollari (ma con una probabilita’ di morte, mutilazione o invalidita’ permanente che ogni volta si aggira tra il 20 e il 30 per cento). Non so se mi manchera', e anzi non lo penso proprio (sto sinceramente considerando di baciare il suolo di JFK al ritorno), ma di certo sara' stata un'esperienza e avro' di che ammorbare il prossimo coi miei racconti.
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Ma tranquilli, sul blog questa lenzuolata basta e avanza.

mercoledì 21 novembre 2007

Zacinto Music

Chi passa da queste parti sa che non si e' mai avuto un occhio di particolare riguardo per l'indie rock italiano. Dario ha postato i video di un paio di concerti e sospeso essenzialmente il giudizio. Io ho semplicemente omesso di parlarne, se non con qualche accenno, per lo piu' sarcastico, qua e la'. Sinora ho sempre apprezzato gli sforzi di chi si fa un mazzo in un ambiente assai ostico, ma non sono mai riuscito a farmi attirare da alcuna band. Essi' che mi sono sforzato alcune volte, ma ... nyet: ho sempre trovato la proposta di turno poco convincente. Le ragioni sono diverse, ma se ne devo scegliere una trovo che molte bands italiane inseguino eccessivamente i modelli dei loro peers internazionali del momento. Insomma, i nostri partono con un debito di riconoscenza eccessivo verso il contemporaneo e quindi suonano tutti (quando va bene) so-six-months-ago. Questo a tacere dell'imperante scelta del cantare in inglese. Capiamoci: non ci trovo nulla di male, purche' si padroneggi la lingua in maniera tale da saper scrivere buoni testi e avere una pronuncia decente. Molte volte questo non accade e il risultato suona bello provincialotto.

Ma forse questo caveat iniziale, che e' ovviamente personale e sicuramente anche motivato dal fatto che ho vissuto gran parte del decennio all'estero e quindi direttamente esposto ad altra musica, sta per essere sorpassato, io lo spero. Infatti, mi e' appena capitata tra le mani la davvero ottima raccolta per il lancio della neonata 42 Records, sotto la direzione di Colas. La compilation, intitolata "42 More Songs" (anche se i pezzi sono solo 15), si trova qui (a breve anche sul sito della 42 Records) e ogni pezzo e' scaricabile gratuitamente. Ci sono tante cose interessanti. In generale la compilation racchuide pezzi abbastanza eterogenei (e inevitabilmente con degli alti e dei bassi) dalle sonorita' in prevalenza electro, anche se non mancano pezzi piu' marcatamente (indie) rock. Dopo i primi ascolti, le mie canzoni preferite (che a mio modo di vedere non risentono affatto dei problemi descritti qui sopra) sono:

Dedo -- Rain (mp3)
Schonwald -- Fake Love (mp3)
Fake P -- Bele Legs (mp3)
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In rete, segnalazioni anche qui, qui e ovviamente qui.

In attesa di nuove uscite, tanti complimenti a Colas e alla sua 42 Records per aver avuto coraggio e saputo scegliere un ottimo ensemble per il lancio.

venerdì 16 novembre 2007

'90s memorabilia # 6


Bruce Cazzoni - All the Young Dudes - EMI

Non porta la data questo "mai più senza" picture squared like a tomb 45 giri che non so in base a quale sostanza chimica ingerita decisi di comprare. Ma credo che siamo intorno all'88 89. Erano anni di grossa crisi per gli Iron Maiden che a quei tempi venivano sbelinati da gente nuova, molto più tosta e più seria di loro (Metallica e il thrash in generale) e che quindi vedevano sfuggirsi la legacy nell'heavy metal. Bruce, depresso, decise di andare solo e prese ad ammiccare al glam. Basta mostri demoniaci fatti di fasci di muscoli, basta saghe nordiche, basta fantasy metal. Un pò di sano disimpegno e che diamine... Da qui la moto (affittata - dicono da Jovanotti) gli stiletto rosso fuoco e i temi piuttosto caserecci. Ma la tentazione in un romanticone tenebroso come Cazzoni è dura a morire e così il brano sul lato B si intitola misteriosamente Darkness Be my friend, indice di una depressione difficile da scacciare del tutto.
Come il disco suoni non è dato saperlo, in quanto se provi a metterlo sul piatto si incastra al primo giro. Scherzo. E' che non lo suono perchè rischio di rigarlo. E' pur sempre un disco da "collezione" e magari tra vent'anni se lo rivendo mi ci pago la carrozzella...
Al giorno d'oggi, pare invece che Bruce sia uno splendido quarantenne che si è ritrovato. Scacciata la depressione, si è reinventato una nuova carriera nientepopodimenoche che come pilota di aerei di linea e pare che addirittura abbia guidato il charter del Liverpool alla finale di Champions l'anno scorso... Un grande!

A ben vedere un saltino in rehab non sarebbe poi una cattivssima idea

Dopo questa brillante prestazione il pubblico di Birmingham ce la manderebbe a calci nel sedere ...


(thx Product Shop NYC)

Update - Il video e' stato a quanto pare tolto. Mentre nel frattempo provo a cercarlo (questo qui, sempre dalla stessa serata e' assai meno clamoroso, ma serve a dare l'idea), leggi qui di come la nostra abbia lasciato il palco tra i boo del pubblico.

giovedì 15 novembre 2007

'90s memorabilia # 5



THE VERY ROOTS OF ITALIAN HIP HOP 1990/91

Come da titolo, le radici dell'hip hop italiano. Isola Posse All Star (futuri Sangue Misto), Onda Rossa Posse (futuri Assalti Frontali), Rap-presaglia di Lou X e l'hip hop militante contro l'operazione Desert Storm di Baghdad 1.9.9.1. che riuniva tutte le posse come in una sorta di Live Aid anti Bush senior...
Ai tempi cioè nel 90-91 l'hip hop era questa specie di "cosa rossa". A risentirli i demo e questi singoloni suonano terribilmente naive. Rime scontate, una metrica che non si può nemmeno definire old school, ma a quei tempi l'importante non era lo stile bensì i contenuti. Erano lontani i tempi di Caparezza e Fabry Fibra anche se quella stagione durò piuttosto poco e quella delle posse è stata tutto sommato una stagione breve ma intensa. In rap- presaglia ho ritrovato tra l'altro un testo scritto a macchina da me e che riproduceva le liriche della canzone Guerra in città che evidentemente mi avevano alquanto colpito. Ve ne do un assaggio perché la faccenda è alquanto ridicola!

Che sono un bandito non è una scoperta
con il fucile sto sempre all'erta
Il grilletto ruggisce, ne sono capace, il solo rumore lo sparo mi piace
io sono Lou X, figlio di puttana. Punto il fucile. Caccia la grana!

PS
Se non sbaglio oggi Lou X fa l'assicuratore o qualcosa del genere...

mercoledì 14 novembre 2007

show me the money first #3


Lily Allen has branded Radiohead “arrogant” for giving fans the chance to download their new album, ‘In Rainbows’, for free.

The singer reportedly said that she thinks it is unfair for the millionaires to devalue recorded music and survive on touring money when new artists can’t.

Conosco un sacco di gente che con Lily (fotografata nella metropolitana newyorkese, evidentemente per risparmiare qualche soldino in vista di sto periodo di vacche magre) non esiterebbe un secondo ad aprire il portafoglio.

(cit.)

"Belle scarpe, comunque"

Questo il commento che Warhol fece andandosene via stizzito dopo aver ascoltato Bowie eseguire la canzone "Warhol". Chissa' come,* ma mi ero sempre superficialmente (sai che novita') immaginato che Bowie, se non proprio della cricca, fosse comunque per lo meno bene accetto da Andy Warhol.

Invece no, per lo meno stando alla storia raccontata in questo post di Momus (and don't forget to check the comments) in cui si da' appunto conto del loro primo, a quanto pare disastroso incontro nel 1971. Momus ha questa teoria:

The disconnect isn't surprising. These two men come from different continents, different sexual orientations, different generations, different metiers. They're essentially living in different decades, with different conceptions of cool. Look at the way they're dressed. Bowie is essentially still a 1960s-style hippy. With his long hair and his bipperty-bopperty hat he's put together (in front of mirrors in Edwardian pile Haddon Hall in Beckenham) a combination of Wildean 1890s aestheticism, Greta Garbo glamour, pan-sexuality and hippy activism. Warhol and his entourage, on the other hand, already look like 1980s artist-as-businessman yuppies. (You just have to listen to the Velvet Underground to hear the New York attitude towards tender-minded, effeminate hippies. Kill them, basically.) ... There's a sexuality-style mismatch here too. Like an orientalist Western man trying to impress a Japanese girl by turning up to their date in kabuki clothes, only to find she tends to date Japanese men who wear Western business suits, Bowie has made completely the wrong move by arriving at The Factory looking like a woman. While a straight man may think it's gay-friendly to express his feminine side, most gay men recoil in horror from femme style. What they mostly appreciate is machismo. If they liked effeminate creatures, after all, they'd be into women.-

* In realta' un po' di ragioni ci sono. Stupidamente pensavo che l'aver appunto scritto "Warhol" fosse un punto a favore di Bowie e invece non fu affatto cosi'. Eppoi mi sono fatto ancora una volta fregare da una fantomatica proprieta' transitiva delle amicizie (Warhol-Reed-Bowie). Questo delle note a pie' di pagina e' un pericoloso vizio. In cui sto cascando. Per la seconda (terza, quarta, quinta ...) volta. Nella mia vita.

(thx Vale for online troubleshooting)

show me the money first #2


show me the money first


Frontman Liam Gallagher said he would never let an Oasis album be given away for free. Specifically, he said he would allow it to happen "over my dead body". (cit.)

'90s memorabilia #4





OBLIVION This is the Disease Autoproduzione
Recorded & Mixed at "Idea Suono" Milano on March 1989

Degli Oblivion non resta niente, come del resto il loro nome lasciava presagire.
Se digiti su Google Oblivion quello che ti esce fuori sono giochi fantasy per X Box 360 e non certo i fasti di una carriera musicale finita appena sul nascere.
Del resto basta concentrarsi un attimo sulla copertina e sul titolo del Demo tape (per altro bollato con regolare licenza SIAE e dall'aspetto super professionale) per rendersi conto che "questa è malattia". Gli Oblivion erano la band metal del mio liceo. Su '90s memorabilia una recensione post post post mortem. Forse l'unica che abbiano mai ricevuto.

Danger's game la prima traccia, ci cala in uno sgrammaticato e impreciso gioco del pericolo, forse intendevano il pericolo del gioco? Alludendo poi a che cosa? A Pupo che gioca a poker? O ai giovani che giocano con le X Box 360? Non lo sapremo mai. Tutto ciò cadrà nell'Oblivion.
Son's of the power la seconda traccia ha un sottotesto felicemente limaccioso che coincide inconsciamente con la loro condizione esistenziale; chi erano se non loro stessi i "figli del potere" a Milano, cioè i giovani rampolli liceali della Zona Fiera ai tempi di Tangentopoli?
Ready to strike che chiude il lato A fa riferimento a un ipotetico futuro che non vedrà mai la luce in cui i cinque ragazzini si ritroverebbero catapultati in una limo a New York papponi e puttane inclusi, pretesa di successo velleitaria se guardate le facce degli Oblivion e anche i loro nomi, portatori di un destino, dirrei - piuttosto comune (del resto dove pretende di andare uno che si chiama Guido Vaciago o Mando Mambretti? - Mando, se leggi qui, mi racco-mando, non tela prendere, si scherza...)
Il lato B si apre con una White Powders che fa riferimento al dramma della cocaina ai piani alti del potere. Qualcosa che comunque a quei tempi non li riguardava e che quindi gli Oblivion approcciano per forza di cose in modo astratto (essendo forse più abituati allo zucchero a velo sui bomboloni nella pausa delle undici.)
Questa è la malattia è la title track. Ed è per forza di cose il fulcro dell'intero progetto Oblivion. Ma qual'è questa malattia? Personalmente sono propenso a credere che sia la totale mancanza di stile e consapevolezza. Fino ad ora non ho volutamente affrontato la questione musicale. Non credo di avere voglia di farlo in seguito. Comunque si può facilmente sintetizzare con la linea - il cantante (Vaciago) canta come se fosse Paola e Chiara e Paola e Chiara fossero un gigantesco melone spiaccicato sul palco dell'Aquatica durante un Monsters of Rock con headliners gli Iron Maiden. Perchè questa immagine non lo so e non melo chiedo. L'unica nota positiva di "quesa è la malattia" sta nell'immagine in copertina che a parte ricordare a tutti come la band provenisse da un liceo classico, è stata copiata da niente pò pò di meno che i Metallica di And justice for all che se non sbaglio è uscito dopo questo piccolo capolavoro di furore musicale giovanilista...no eh?

PS
L'ultima traccia si chiama Let's Go senza punto esclamativo. E non è un esortativo trionfale. Perchè sta più a voler dire,"andiamo, eh dài, lasciaci stare, non ci tormentare, che vuoi da noi? Che t'abbiamo fatto? Siamo nell'Oblivion..."

1234 They iScrewed Me Again

Fantastica parodia dello spot dell'iPod Nano con Feist.

Qui lo spot originale.
(thx Mad TV)

martedì 13 novembre 2007

Io sono per i Vain....

Se si parla di TRANS METAL, Io lascerei perdere Slave to the grind, dischetto da quattro soldi degli Skid Row e mi ascolterei i RATT di Invasion of your privacy o un grandissimo gruppo mis conosciuto di quel periodo che la mettevano in culo a tutti anche se non hanno fatto carriera che erano i VAIN, il cui cantante aveva la voce più sexy del pianeta... Sentite come dice beat the buee...

lunedì 12 novembre 2007

'90s memorabilia #3




PONCH PRODUCTIONS PRIMUS Live in Milan 1990/91
Because Icepick wants me to drop some bombs

Per questa rubrichetta gentilmente ospitata su Icepick, che si preoccupa di recuperare memorabilia musicali degli anni '90 oggi serviamo i Primus, già celebrati a suo tempo in un post di Icepick.
Non so voi ma io, quando ritrovo queste cassettine in giro da qualche parte infondo alla cantina, ringrazio perchè la vita diventa più dolce. Tutto all'improvviso si capisce e rischiara. Sì, perchè questo tipo di memorabilia un pò speciali, non fosse altro perchè di speciale non hanno niente (testimoniano in questo caso di un sabato qualunque che ho passato a spendacchiare alla fiera di sinigallia nel '91, cosa accaduta credo migliaia di volte) hanno la capacità non solo di riportarmi il sapore di quei giorni e il momentum di quegli anni ma mettono anche la parola fine ai dubbi se fossi una persona giusta o sbagliata. Ora detto francamente. Ma quanti eravamo nel 1991 così pazzi da comprarci un prodottino del genere? Una copertina fotocopiata male, etichette scritte a mano, macchina da scrivere rotta per la track list sul retro copertina dove c'è pure scritto " Siamo spiacenti per la mancanza della prima parte del concerto svoltosi al Prego, ma purtroppo ci è stato requisito il nastro da sconosciuti durante il concerto;sconosciuti che noi riteniamo essere appartenenti a Radio Popolare. Comunque che siano stati o no loro, costoro hanno la prima parte del concerto, quindi fate un pò voi B. P. Productions." Ora. E' chiaro che un prodottino del genere nel 1990 /91 era già non molto appetibile, se poi parliamo che i concerti erano di un gruppo che all'epoca conoscevano veramente quattro scalmanati anche se
in continuo aumento, ci si rende conto del perchè tutto appariva estremamente fallimentare e minoritario, così, all'apparenza.
Col cazzo.
Questa cassettina spacca. Ma spacca di brutto! Questa cassettina vale più di un milione di dischi stampati da una major oggi. Cioè qual'è l'idea sublime di questa cassettina. E' che un manipolo di scalmanati nel 1990 si prendeva la briga di registrare due concerti con mezzi che definire avanguardistici è poco, almeno per i nostri standard attuali, registrare su audio cassette il risultato e poi adoperarsi a fare una scarna copertina ma con pretese di marketing e venderla al gelo il sabato pomeriggio... Geniale!
Oggi io, nel 2007, grazie alla follia pionieristica di questi individui, mi riascolto quel fantastico concerto che ho visto dal vivo. i Primus al Prego, band che poi negli anni sono diventati i Primus bla bla bla. Già, ma allora cosa cazzo era, avevamo la palla magica per capire chi sarebbero stati questi? No. Infatti diciassette anni fa, un pò pensavo che stavo buttando i miei soldi con questo tipo di audio prodotti da Fiera, però li compravo come un malato di shopping qualunque.I Primus li amavo e avevo tutti i loro dischi ufficiali, ma questa è un'altra storia... Comprare queste cassettine invece mi faceva certamente sentire un pò sbagliato.
Il fatto di essere una persona giusta o meno.
Io la vedo così.
Era. L'amore.
Sì, quando sei innamorato di una cosa la fai senza pensarci e non pensi se convenga o meno. Anch'io così mi ritrovo a fare un appello a la Maria de Filippi come quello strappalacrime di Icepick, con tanto di cartolina. Vorrei ritrovare e sapere che fine hanno fatto gli amici della Ponch Productions che mi hanno venduto questa cassetta alla Fiera di Sinigallia quel lontano giorno del 91 e ringraziarli per sempre per quel Harold Of The Rocks scritto a macchina sgangherata che assomiglia a un'opera d'arte.
Ragazzi per me questo è amore. Questo è anche indie.
Indie è amore.
Sì finirei così.
Indie è amore.

sabato 10 novembre 2007

our love to admire but also to say what we gotta say



Era un po' che volevo scrivere di come l'ultimo disco degli Interpol, Our Love To Admire, non mi sia piaciuto proprio poi tanto, anzi. Mi ha tolto dall'imbarazzo questo bel post di Disorder79 grazie al quale sono riuscito a buttare giu' una parte* di quello che volevo dire in questo commento. C'e' pure uno strafalcione grammaticale notevole, l'ennesimo di una lunga serie: dopo tutto questo tempo all'estero inizio a sentirmi come lui.

Ad ogni buon conto, a estrema riprova della mia democristianita', terzismo, doppiogiochismo e quant'altro, eccovi due pezzi dell'ultimo disco che, controcorrente, mi piacciono parecchio:

Interpol - Mammoth (Erol Alkan Rework) (mp3)
Interpol - Pioneer To The Falls (streaming)


* Ad esempio non ho protestato contro il trattamento riservato agli Strokes (non capiro' mai che abbiano fatto di male in Italia per essere cosi' odiati ... dal canto mio non li ringraziero' mai abbastanza per avermi fatto risparmiare non so quanto in guardaroba, che ho riciclato tutto quello che indossavo al ginnasio). Ne' ho voluto ammorbare i lettori di Disorder79 con un'analisi da sociologo di serie C su come gli Interpol siano in profonda crisi di popolarita' presso la loro principale constituency, gli hipsters newyorkesi -- ma si sa che a fasi di ascesa verticale (correvano gli anni 2002/04) si alternano anche fasi di backlash (soprattutto per un gruppo i cui membri sono apparentemente piu' fighi dell'uomo della strada e il cui bassista - che prima si vestiva come un gerarca nazista in crisi di identita' e ora come una comparsa di Ritorno al Futuro III - si e' addirittura pigliato l'herpes, tanto e' ingestibile il suo cazzo).

venerdì 9 novembre 2007

'90s memorabilia #2


INSIDE OUT - NO SPIRITUAL SURRENDER Revelation Records:19

Questo disco che mi sono divertito a fotografare sulla copertina di Pig di questo mese, perchè lì per caso si trovava dopo che l'ho tirato fuori dall'armadio, in una sorta di quantum leap temporale improbabile che unisce il passato e il presente - dicevo, questo disco è il primo e credo unico artefatto della primissima band di Zack de la Rocha che avrebbe poi fondato i RATM. Anno 1990. Comprato via posta perchè internet 17 anni fa non c'era. Super raro. Suona magico! I testi sul retro copertina meriterebbero una foto e un discorso a parte!

giovedì 8 novembre 2007

green like me

Ci puo' anche stare che siate cosi' impegnati da non esservi accorti che i due autori di sto simpatco blog hanno una sana ossessione, tra l'altro, per gli Spoon. Mi prendo carico di ricordarlo.

Qualche settimana fa i nostri eroi hanno tenuto un mini set acustico alla VW Green Room*, dove hanno suonato tre pezzi dal mai non troppo celebrato Ga Ga Ga Ga Ga: l'enigmatica opening track Don't Make Me A Target, quel gioiello in levare del singolo The Underdog e la struggente e beatlesiana closing track Black Like Me (che in altre versioni da noi trovate pure qui e qui), tutti postati da So Much Silence.

* Ennesimo segnale di come in molti, con idee migliori rispetto a intentare cause a destra e manca, se ne stiano alla finestra pronti a gettarsi sul mercato e dare finalmente il colpo di grazia alla ricca, stupida e moribonda record industry.

'90s memorabilia # 1

DEF 24306 THE GETO BOYS DEF AMERICAN RECORDINGS 1989
Comprato a Milano nel 1989 da Zabriskie Point credo nel 1990...

mercoledì 7 novembre 2007

Ti chiedi mai "chissa' chi ci sara' quest'anno nella Cool List dell'NME"?

Nemmeno io.

Anzi: una delle ragioni per cui ho sempre voluto scrivere un blog e' quella di dire peste e corna della cool list dell'NME.

Ti diro' di piu': se combini "NME"+"Ennesima Classifica"+"Coolness" ti salta fuori una miscela culturale cosi' schifosa da giustificare secoli di terrorismo islamico.
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Poi arriva quella di quest'anno, che trovi qui, leggi la decima posizione e di colpo ti viene voglia di mandare tutti assolti. Ma ai tuoi occhi non sfugge la diciottesima posizione e decidi di andare avanti as planned. Ora vi devo salutare che mi e' passato a prendere il Mullah Omar colla moto.
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1. Frank Carter – Gallows
2. Jamie Reynolds – Klaxons (13)*
3. Lovefoxxx – CSS (10)
4. Ryan Jarman – The Cribs
5. Lethal Bizzle
6. Alex Turner – Arctic Monkeys (32)
7. Kate Nash
8. Amy Winehouse (50)
9. Beth Ditto – The Gossip (1)
10. Keith Richards – The Rolling Stones (26)
11. MIA
12. Thom Yorke – Radiohead (9)
13. Drew McConnell - Babyshambles
14. Prince
15. Tom Clarke – The Enemy
16. Noel Gallagher – Oasis
17. Hayley Williams - Paramore
18. Brandon’s Tache – Brandon Flowers, The Killers
19. Matt Bellamy – Muse (27)
20. James Smith - Hadouken
21. Caleb Followill – Kings of Leon
22. Matt Helders – Arctic Monkeys
23. Eddie Argos – Art Brut
24. Craig Finn – The Hold Steady
25. Morgan Yeah? – Does it Offend You, Yeah?
26. Simon Neil - Biffy Clyro – (28)
27. Simon Taylor - Klaxons
28. Karen O – Yeah Yeah Yeahs (5)
29. Kele Okereke – Bloc Party
30. Meg White – The White Stripes (24)
31. Tim Harrington – Les Savy Fav
32. Gerard Way – My Chemical Romance (8)
33. Jamie T
34. Pete Doherty – Babyshambles (28)
35. Lou Hayter – New Young Pony Club
36. Ian Brown
37. Joe Lean – Joe Lean and the Jing Jang Jong
38. Andy Burrows - Razorlight
39. Kyle Falconer – The View
40. Nicky Wire – Manic Street Preachers
41. Josh Homme - Queens of the Stone Age
42. Cole Alexander - Black Lips
43. Suki - Real Heat
44. Brandon Flowers – The Killers (29)
45. Yannis Philippakis - Foals
46. Patrick Wolf
47. Carlos D - Interpol
48. Santogold
49. Dev Hynes – Lightspeed Champion
50. Spider Webb – The Horrors
* Tra parentesi la posizione nel 2006.

martedì 6 novembre 2007

videomusica! (dopo una mezza dozzina di disclaimers)


Questo pomeriggio ho intercettato Cool Town Rock, il nuovo video degli Holy Hail, quartetto di Brooklyn con un buon seguito tra m-bloggers d'oltreoceano (un po' meno nella stampa che conta, ma a chi importa). Mi e' piaciuto e l'ho voluto postare da subito. Poi ho pensato di fare del favoritismo, che' due su quattro (Cat e Kevin, i due che cantano) sono amici e allora ho chiesto ad Icepick, che spregiudicato com'e' mi ha detto di postare subito. Ma ancora non ero convinto, sempre per il suddetto fattore di para-nepotismo. Poi sono tornato a casa e al terzo ascolto ho stabilito che la canzone mi piace (oramai sono gia' al sesto, tanto sono lento e impedito a postare). Oltretutto, di questi tempi (v. post immediatamente sotto), un po' di cool town rock non guasta, dai.


Cool Town Rock e' in uscita il 26 novembre.

mi chiedevate di sto indi ruock in moscow ...

Che vi devo dire? Per quanto mi riguarda e' ancora non pervenuto: nelle prime tre settimane in cui ho bazzicato locali e bars moscoviti, ho collezionato una serie dispa(e?)rata di generi (inclusi alcuni che non sentivo dalla notte dei tempi in cui con l'amico Franco si andava, unici ad abbracciare lo stile straight edge, all'Immaginazione di Pantigliate), ma niente "indie".

Stando a Exile invece le cose starebbero cambiando:

For years Moscow has been known as the cultural Cheese Capital of Eastern Europe, a hotbed of shitty disco pop music and style so shamelessly lame that it made Milan or the Castro District seem like grimy punk zones by comparison. Moscow took the popsovi cheese to its most painful extreme, while the kewl krowd went raver-techno with a vengeance ... But over the past year or two, we've noticed that things are changing just a little bit. The latest fad slowly taking over the Russian capital isn't the same old euro-trash techno we've been enduring all these years. Incredible as it may seem, the guitar is making a comeback. ... Yup, it's true. Two decades late, indie music has finally hit Moscow...and it's The Kewl Thing.

I passaggi seguenti mi ricordano molto Milano e Boston e parzialmente anche New York (la hipster scene in particolare):

Most of the kids in indie scene are somewhere between 16 and 25 years old. All come from middle class families that lived out on the outskirts of Moscow. You know, "ekologicheskii chisti" areas. All of them had been to Europe more than once, along with the usual CIS countries. And all were either studying or graduated from an art or liberal arts institute. All in all, the emerging indie kids are just a part of Russia's educated suburban middle-class. Interestingly, America's indie scene sprang from the roughly the same demographic.
The Russian indie chicks, just like their American counterparts, were also busy at work cultivating an air of in-the-know snottiness that comes with a pampered middle class upbringing. Unlike cheesy popszovi types or even ravers, these indie chicks only talk to dudes from their clique.

In coda all'articolo ci sono un po' di interviste ad avventori, djs etc. Tra queste, la giovine studentessa Nastia (un nome, un programma) si prodiga in affermazioni poco impegnative:

I just came to the show to watch an indie band that I know, the Miami Scissors. I like them. When I watch them, I get this feeling that I'm witnessing something monumental. Like it must have felt like back in the 60's watching the Beatles first play some small club or in someone's apartment.

E vi diro': fattomi coraggio nella quasi inesplicabile pagina su quella che a occhio e croce e' la versione russa di myspace, ho trovato due pezzi che, vinto lo snobismo iniziale e i suoni un po' cosi' e l'arrangiamento un po' cosi' e l'atmosfera che sembra di essere nel '94 quando il grunge aveva gia' tirato le cuoia prima che lo facesse pure Cobain e iniziava la deriva con gruppi come quello di quel tipo coi dreads che stava con Winona Ryder e faceva quella cover di Born To Run che pero' intitolava Runaway Train, ebbene ... si fanno ascoltare. Anzi, domani mi procuro tutta la loro discografia e faccio come i veri m-bloggers che puntano sempre su qualche cavallo locale, che non si sa mai, che tanto i miei non sono mica tanto peggio dei vostri, me li porto in America, ci faccio i soldi e mi ripago la law school (queste ultime due cose, se volete, sono pronto a farle pure con i vostri).

Miami Scissors - Strike Day (mp3)

Miami Scissors - Heaven Sensor (mp3)

lunedì 5 novembre 2007

brooklyn vegan fa storno di collaboratori ai danni di icepick ...

Questo il messaggio che il buddy Fred (autore della miglior recensione della storia di icepick) mi invia qualche giorno fa ...

... nel mentre sembra non abbia resistito alla tentazione di offrire i propri servigi ai piu' ricchi e potenti ...

----- Original Message -----
From: "Fred [...]" f[...]@gmail.com
Sent: 10/31/2007 10:31 AM
To: "Matteo [...]" ;"Chris [...]" <[...]@gmail.com>
Subject: Metalheads, Our Prayers Have Been Answered....

Iron Maiden will be at Continental Airlines arena on March 14th, 2008.
That alone is awesome. Add to that, they will be playing ONLY their
80s hits. On top of THAT, they will be performing on the 1985
Powerslave tour set!!!!!!!!!

Holy.
F'n.
Sheet.

If you guys dont know, their Powerslave tour was absolutely
legendary..... They had a full Egyptian backdrop with a giant "eddie"
sphinx and planes (ala "Aces High") and everything. This is like
stepping back in time

I attached a copy of the only pic I could find of the Powerslave tour stage....

Caracas: 4 morti e 5 feriti durante dj set di Carl Cox

detto cosi' sembra facile


PJ Harvey e il piano.

When did you start to write on piano?

I didn’t start to play until early 2005 when a friend was looking for a home for a piano, and I quite simply had never owned one before. [To learn to play] I’d pretend to be a piano player. No, I’m serious. I pretend quite a lot in my head anyway, so I’m sitting there and I think, “How would a piano player play?” And I shut my eyes and improvise with myself, like I was giving this concert.

Leggi pure il resto dell'intervista. Qui un buon assaggio di quello che e' in grado di fare, oggi come oggi, al piano.

domenica 4 novembre 2007

Napalm Death live @ Tochka, Moscow -- 3 novembre 2007


http://userserve-ak.last.fm/serve/_/2555029.jpg
Dopo aver perso la proverbiale mezz'ora incapace di dare indicazioni decenti al mio, peraltro cortesissimo e azzimato, gypsy cab driver (il suo taxi e' uno dei pochi senza il vetro anteriore fracassato), arrivo finalmente al club Tochka. Passato il non insormontabile feis control (e' pur sempre un concerto dei Napalm Death, dopo tutto), una gentile signorina all'altezza del metal detector iniza a farmi una serie di domande in russo cui ovviamente non so dare risposta. Fattole capire che non sono in grado di interloquire, lei apre un cassetto da cui tira fuori in rapida successione: un coltello a serramanico, una lama da inserire sotto la fibbia della cintura, un coltellaccio alla rambo e una pistola. La scena e' surreale. Il mio perenne senso di colpa latino mi fa per un secondo pensare di essere accusato di porto d'armi illegale, ma la cosa e' ovviamente un po' forzata. Ne' mi sta cercando di vendere armi per meglio difendermi in quel girone infernale che e' il pogo a un concerto dei Napalm Death. Si tratta semplicemente di armi confiscate ad altri avventori (una pistola santo cielo!) e lei e' in cerca di un'autodenuncia da parte mia. Non essendoci nulla da dichiarare, a quel punto scatta in me un sentimento di inadeguatezza per non avere armi da contribuire in quel mitico cassetto. Provo invano a porgerle l'inalatore aerosol, che lei scarta con sorriso tra il materno e il preoccupato (per le mie sorti nella bolgia).
Riuscito miracolosamente a intrufolarmi senza nemmeno il biglietto, entro nella sala stracolma quando i nostri stanno gia' suonando. Da buon codardo mi posiziono sulla scala che scende verso la "platea". Da qui ho un'ottima visuale di quello che succede sul palco e sotto. Mamma mia. Mai visto niente di simile. Si combinano la tipica violenza degli shows dei Napalm Death con l'approssimativa gestione della sicurezza dell'organizzazione russa. In qualsiasi momento sul palco, oltre ai musicisti, si possono scorgere due addetti alla security vestiti come se fossereo alla festa no martini no party e un numero variabile di fans in procinto di fare stage diving (diciamo dai due ai cinque). La scena e' piu' o meno sempre la stessa: un fan salta su, si gode due secondi dionisiaci di divisione del palco con i propri idoli, dopodiche' viene violentemente spintonato giu' dal fighetto della security. Vedo gente finire direttamente faccia a terra, faccia sul palco o sui monitors, oppure con testa, scarpe, gambe, tronco in faccia ai fans nelle prime file. In passato ho assistito a un buon numero di concerti thrash metal, Slayer inclusi, tutti abbastanza violenti. Ma quello che mi colpisce qui e' la totale, ma proprio totale, noncuranza per l'incolumita' fisica: scarpate in faccia, gomiti alti, testate, di tutto e di piu' tra duecento russi di sesso e corporatura variabile, dall'armadio dell'armata rossa al metallaro mingherlino, dal punk completamente ubriaco alla tipina da centro sociale. In tutto cio' i Napalm Death sono impassibili (per quanto possibile, dato che si devono ogni tanto dimenare dai fans piu' esagitati che li abbracciano, cercano di mollare improbabili high-fives e di fare dell'estemporaneo air guitar e in un caso, addirittura, air drum -- genio!) e offrono una performance superba: suoni ultra saturi, pezzi eseguiti perfettamente al sincrono e in maniera energica ed aggressiva.
Finito il set, grandi boati e pacche sulle spalle, che si e' sopravvissuti anche questa volta. Mentre esco scorgo un gruppo di persone presso la tizia del metal detector: si tratta dei proprietari di coltelli e pistola di cui sopra, tutti in fila per riprenderne possesso.
Welcome to Moscow, baby.

venerdì 2 novembre 2007

missing home

What Do You Think You're Eating?

Customer: Hey, I think you have a roach over there.
Waiter: Yeah, there are rats, too.

--Ave A

(thx overheard in new york)

per i morti mi faccio bastare i 140 caratteri di twitter (fa molto grindcore)

Pensa che domani andra' al concerto dei Napalm Death qui a Mosca. Se non muore sara' un'esperienza purificatrice. Ma e' un grosso se.

Napalm Death - You Suffer (live, video)

Napalm Death - Scum (live, video)

Napalm Death - Suffer The Children (video)

Napalm Death - Nazi Punks Fuck Off (Dead Kennedys cover, live, video)

giovedì 1 novembre 2007

halloche'?

Quando ero piu’ giovane e quindi molto piu’ massimalista e intransigente, anche a me infastidiva che in Italia si festeggiasse Halloween. Quei bastardi degli yankee, mi dicevo. Poi a ben vedere, se non si importassero feste da altre parti del paese e/o del mondo, avrei potuto festeggiare solo Sant’Ambrogio. In altre parole, niente Natale, niente Pasqua, niente di niente (nemmeno carnevale a Rio!), se non fosse per precedenti importazioni di feste.
Who cares: Halloween e’ solo (un prestesto per una) festa, no? Certo, travestirsi non e’ il massimo, ma ci sono tante scorciatoie: un anno, senza essermi travestito da niente, riuscii a spacciarmi come personaggio di Trainspotting, mentre un altro anno me la cavai con un cartone da latte gigantesco con la mia fazza sotto la scritta missing, molto video di coffee and tv (e di don’t cry, remember "where's izzy?").
Insomma, si spera che alla fine siate usciti, abbiate bevuto e vi siate moltiplicati senza stare a menarvela troppo con feticci di retroguardia tipo che schifo la colonizzazione yankee.
A propos: Halloween e’ una festa gaelica.