Dopo aver perso la proverbiale mezz'ora incapace di dare indicazioni decenti al mio, peraltro cortesissimo e azzimato, gypsy cab driver (il suo taxi e' uno dei pochi senza il vetro anteriore fracassato), arrivo finalmente al club Tochka. Passato il non insormontabile feis control (e' pur sempre un concerto dei Napalm Death, dopo tutto), una gentile signorina all'altezza del metal detector iniza a farmi una serie di domande in russo cui ovviamente non so dare risposta. Fattole capire che non sono in grado di interloquire, lei apre un cassetto da cui tira fuori in rapida successione: un coltello a serramanico, una lama da inserire sotto la fibbia della cintura, un coltellaccio alla rambo e una pistola. La scena e' surreale. Il mio perenne senso di colpa latino mi fa per un secondo pensare di essere accusato di porto d'armi illegale, ma la cosa e' ovviamente un po' forzata. Ne' mi sta cercando di vendere armi per meglio difendermi in quel girone infernale che e' il pogo a un concerto dei Napalm Death. Si tratta semplicemente di armi confiscate ad altri avventori (una pistola santo cielo!) e lei e' in cerca di un'autodenuncia da parte mia. Non essendoci nulla da dichiarare, a quel punto scatta in me un sentimento di inadeguatezza per non avere armi da contribuire in quel mitico cassetto. Provo invano a porgerle l'inalatore aerosol, che lei scarta con sorriso tra il materno e il preoccupato (per le mie sorti nella bolgia).
Riuscito miracolosamente a intrufolarmi senza nemmeno il biglietto, entro nella sala stracolma quando i nostri stanno gia' suonando. Da buon codardo mi posiziono sulla scala che scende verso la "platea". Da qui ho un'ottima visuale di quello che succede sul palco e sotto. Mamma mia. Mai visto niente di simile. Si combinano la tipica violenza degli shows dei Napalm Death con l'approssimativa gestione della sicurezza dell'organizzazione russa. In qualsiasi momento sul palco, oltre ai musicisti, si possono scorgere due addetti alla security vestiti come se fossereo alla festa no martini no party e un numero variabile di fans in procinto di fare stage diving (diciamo dai due ai cinque). La scena e' piu' o meno sempre la stessa: un fan salta su, si gode due secondi dionisiaci di divisione del palco con i propri idoli, dopodiche' viene violentemente spintonato giu' dal fighetto della security. Vedo gente finire direttamente faccia a terra, faccia sul palco o sui monitors, oppure con testa, scarpe, gambe, tronco in faccia ai fans nelle prime file. In passato ho assistito a un buon numero di concerti thrash metal, Slayer inclusi, tutti abbastanza violenti. Ma quello che mi colpisce qui e' la totale, ma proprio totale, noncuranza per l'incolumita' fisica: scarpate in faccia, gomiti alti, testate, di tutto e di piu' tra duecento russi di sesso e corporatura variabile, dall'armadio dell'armata rossa al metallaro mingherlino, dal punk completamente ubriaco alla tipina da centro sociale. In tutto cio' i Napalm Death sono impassibili (per quanto possibile, dato che si devono ogni tanto dimenare dai fans piu' esagitati che li abbracciano, cercano di mollare improbabili high-fives e di fare dell'estemporaneo air guitar e in un caso, addirittura, air drum -- genio!) e offrono una performance superba: suoni ultra saturi, pezzi eseguiti perfettamente al sincrono e in maniera energica ed aggressiva.
Finito il set, grandi boati e pacche sulle spalle, che si e' sopravvissuti anche questa volta. Mentre esco scorgo un gruppo di persone presso la tizia del metal detector: si tratta dei proprietari di coltelli e pistola di cui sopra, tutti in fila per riprenderne possesso.
Welcome to Moscow, baby.
Bè cazzo Matteo, avrai certamente qualcosa da raccontare ai tuoi nipotini, se ci arrivi...
RispondiEliminaFigata! Ti invidio molto!
Franco