martedì 30 ottobre 2007
piramide 2.0
domenica 28 ottobre 2007
wedding pix(ies)
... the ceremony was really beautiful - before it started, they played this song from the muppets (jason is obsessed w/the muppets - ha! jeremy told me he's been saying since he was 16 that he wanted to play that at his wedding) and dori walked down the aisle to beirut! it was so jason and dori! they had a really cool jewish ceremony and read vows to each other and j. finished his vows by quoting the pixies!!! he said he promised to keep their big, big love "gigantic" for the rest of their lives ...
venerdì 26 ottobre 2007
indie rock, e' polemica: playboy all'attacco del new yorker
la piramide logora chi non ce l'ha
giovedì 25 ottobre 2007
andiamo bene
(thx exile.ru)
Smaltimento arretrati #2: LCD Soundsystem live @ Randall's Island -- 6 ottobre 2007
Si', lo so. E' passato un po' di tempo. Non dirlo a me che con la trasferta moscovita mi pare siano passati 3 anni. Comunque mi ero preso l'impegno morale di parlare del concerto degli LCD Soundsystem di qualche settimana fa a Randall's Island. Ed eccomi qua.
- a eseguire alla perfezione canzoni dance, che su disco suonano parecchio elettroniche, con pressocche' esclusivo utilizzo di strumentazione rock standard;
- ad avere suoni perfetti anche in spazi aperti capaci di contenere fino a 50.000 persone (merito del loro leader che passa meta' del tempo a dare indicazioni ai tecnici dei banchi mixer, quasi fosse un direttore d'orchestra);
- a fare ballare dall'inizio alla fine del concerto tutto il pubblico, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, compresi quelli che sono li' per caso, per un altra band o per accompagnare degli amici;
- a riuscire a mettere in piedi uno show straordinario anche quando il proprio cantante e leader e' chiaramente waaaaay waaaaaasted (mitico il suo: "New York I love you / and New Jersey and Long Island too");
- a fare un concerto della madonna pur indugiando in una versione di venti minuti di "Yeah" che ha tolto spazio ad altri classici tipo "Daft Punk Is Playing At My House" e "Losing My Edge";
- a lasciare sorriso stampato su faccia di ognuno/a dei presenti (anche per un bel po' dopo la fine del live set).
Questo vi volevo dire. Vi lascio con il (bel) video di "Someone Great" (con mia lacrimuccia per il finale su rooftop a Williamsburgh).
martedì 23 ottobre 2007
my two pants
“with all I’ve heard about A-Bombs that’ll destroy a city and H-Bombs that’ll destroy the world you know I just haven’t any incentive to buy a two pants suit”.
A proposito, qualcuno mi dice che cazzo ci sto facendo a Mosca?
lunedì 22 ottobre 2007
country branding, blending, bleeding
"La mafia? E' la prima azienda italiana"
Per "Sos Impresa" 90 mld di utili l'anno
domenica 21 ottobre 2007
reading ...
Qui articolo di qualche mese fa sul fenomeno M.I.A. (on politics, arts, etc.).
Qui sotto video di canzone che ci sta sfacendo sgambettare da quest'estate (la Tribulations del 2007?).
listening to ...
giovedì 18 ottobre 2007
best way to write your 100th post
Che cosa avra’ fatto di male il piu’ celebrato degli architetti per meritarsi un trattamento simile? Ma che domande: sta facendo chiudere un bar, no?
… Gehry's pact with developer Bruce Ratner to design the megalithic Atlantic Yards project in Brooklyn torpedoed whatever remained of his alterna-rep. The community issues involved with Atlantic Yards are larger than the survival of one neighborhood bar, but those who know and love Freddy's may be some of the most hostile to the Gehry-Ratner axis … The bar's Prospect Heights corner is slated to be leveled to make way for the arena and housing towers.
Freddy’s e’ fresco vincitore del premio "Best Neighborhood Bar Slated For Destruction By Frank Gehry" (che per quanto mi riguarda vince il premio del piu' bel titolo per un premio) assegnato dal Village Voice nell’edizione 2007 del tradizionale Best of NYC. Tra gli altri vincitori segnalo, per mia personale customer satisfaction, "Patti Smith's Last Meal", "Best place to mourn the closing of Tonic, Fez, Sin-é, and other small but important live-music venues" e "Best stand-up/dance/ burlesque club inside a movie theater", nonche', per la bellezza del titolo, "Best place to find dudes with yellow fever", "Best place to creep out retail employees by shopping for do-it-yourself bondage" e "Best place to get murdered, raped, or robbed in the city".
mercoledì 17 ottobre 2007
stupid white indie men (and women)
martedì 16 ottobre 2007
arretrato da smaltire (sia pure in parte): Blonde Redhead, LCD Soundystem, Arcade Fire live @ Randall's Island (6 ottobre 2007) - Prima Parte
I Blonde Redhead sono stati il primo gruppo che ho visto e a chi interessa solo di musica e non di me, delle mie sfighe e di Finanza 101, consiglio di saltare il prossimo paragrafo.
Causa ennesimo pacco di Icepick, avevo un biglietto di cui disfarmi. Peccato che, invece del biglietto per concerto dalla line-up perfetta, mi sembrava di avere per le mani dei Cirio bonds nel 2003: fuori dall'ingresso avro’ contato una ventina di venditori disperati come me con la patata bollente in mano e nessuno degli avventori che ci si filava minimamente (del tipo che non ti guardavano nemmeno in faccia quando gli chidevi se serviva biglietto, very humiliating). Con un c.d. face value di 40 dollari gli unici compratori erano bagarini che riacquistavano a 10 dollari, non un cent di piu’. E dagli torto: sapevano bene che quelli come me che arrivavano presto con un biglietto in piu', per non perdere nulla del concerto, volevano assolutamente chiudere una vendita al piu’ presto, anche se a valori rovinosi. I bagarini contavano di rivendere i biglietti qualche ora dopo, quando si sarebbero presentati degli sbigliettati, indecisi fino all'ultimo momento se andare al concerto, e disposti a pagare una trentina di dollari... Tipico delle situazioni di non scarsita' (o, a girarla, di caduta di valore) del bene negoziato (il posto avrebbe potuto tenere anche 50.000 spettatori e se ne stimavano solo 22.000/25.000 in arrivo), in cui il mercato e' in mano ai compratori (l'opposto di quello immobiliare, insomma), sono i piu' bravi e scafati gli unici che riescono a fare soldi (e tanti). Per quanto mi riguarda questi bagarini avrebbero potuto andare tranquillamente a lavorare al desk di Lehman Brothers (o forse, a bene vedere, erano appena stati licenziati da LB). Resomi conto che quella era la situazione, mi sono rassegnato a vendere il biglietto per un pugno di dollari. Forte di un’umiliante $30 loss, entro nell'immenso field e anche qui, ancora una volta a mie spese, sperimento the consequences of poor decision-making. Dopo essermi scolato tutto l'East River la sera precedente e aver passato l'intera mattinata con un hangover che mi pareva di essere un eroinomane in crisi di astinenza (si’: pruriti endocutanei e voci inesistenti, quella roba li’), il mio stomaco iniziava a batter cassa lamentando una fame bovara. A un buon duecento metri abbondanti di distanza dal palco, mi sono avventato verso il primo degli svariati baracchini che mi si paravano innanzi. Ma che bel pirla: non potevi immaginarti che avresti fatto una fila piu’ lunga, essendo quello piu’ vicino all’ingresso? No, eh? E in piu' ha insistito: nonostante ti sia stato detto che sono ancora nella friggitrice, hai chiesto pure le french fries, che ti stufano sempre dopo la terza! Risultato: i Blonde Redhead partono senza di me e iniziano, come per punirmi (e giustamente), con il mio pezzo preferito dal loro ultimo disco, l'evocativa e melanconicissima Dr. Strangelove. Io mi riesco a sgangiare dal kiosko-sulla-240-yarda solo quando gia' suonano il pezzo successivo e, dopo goffa corsetta mentre mi ingollavo hot dog e patatine, raggiungo infine una postazione con distanza dal palco assai piu' civile.
Come sono stati i Blonde Redhead? Una grande prova in territorio potenzialmente ostile, con fans non li' per loro e suono che si temeva si sarebbe perso con estrema facilita' in uno spazio cosi' ampio. Invece il trio ha in serbo un set superbo e tirato: sia i suoni sia l'esecuzione sono eccellenti (non sembra di essere ad un evento all’aperto), la presenza scenica e' ottima (Kazu che sopra abito corto bianco cantava imbracciando una fender jaguar era veramente molto sensuale). Su tutte, ho trovato fenomenale la resa di 23. E devo ammettere che, saranno la vecchiaia e/o la lontananza da casa che hanno reso i miei nervi piu' deboli di quelli di Dave Mustaine, mi sono sorpreso a nutrire un bel po' di orgoglio patrio (e meneghino) a vedere i gemelli Pace suonare con cosi' tanto carattere davanti a ventimila persone con skyline al tramonto sullo sfondo. Ma essendo io un epigone di quel genere che al liceo fracasso' i maroni a tutti, ossia del romanticismo lombardo (i.e., continuazione dell'illuminismo mascherata da romanticismo, una roba un po' nu-metal insomma), tronco subito con il melodramma per occuparmi di cose ben piu' importanti: tempo e denaro. Terminato il concerto dei Blonde Redhead mi fiondo a ordinare delle birre e constato come il "mercato" della vendita della birra presso gli stands alla sinistra del palco sia in preda alla totale irrazionalita' (che io avevo abbracciato poco prima per l'hot dog e le french fries): file sterminate presso i primi venditori (roba da cinque/dieci minuti) e nessuna attesa presso gli ultimi in fondo, distanti si' e no quaranta metri. E chissa' quante cose nella vita sono la' dietro e noi non le acciuffiamo perche' siamo nella fila sbagliata e non abbiamo occhi per vedere.
Okay, scusate, la greediness si e' impossessata ancora di me e mi ha fatto dimenticare che qui si parla di musica, non di grana. Perfetto, avanti allora con gli LCD Soundsystem. Che dire? Per ora niente. Torna a leggere nei prossimi giorni e ti dico. Anche degli Arcade Fire. (Ma se mi paghi ti scrivo e-mail dettagliata.)
lunedì 15 ottobre 2007
la fortuna di essere i Radiohead
I Radiohead sono per me un terreno assai difficile. Mi piacciono (e non poco) ma non posso, by any means, considerarmi un loro fan, perche' essere un loro fan e' come essere un devoto di una vera e propria religione pagana: te lo devi sentire dentro. Se non lo sei, sai benissimo di non esserlo e ti senti quasi intimorito a parlarne: non mi sono beccato mai cosi' tanti insulti come quando anni addietro provai a dire a dei veri fans che ritenevo (cosa che continuo a fare) Kid A il loro disco piu' riuscito. (Del resto nemmeno i talebani dei Beatles e dei Led Zeppelin digerirono mai fino in fondo il White Album e Physical Graffiti ...)
Alla fine sono giunto alla conclusione che io non capisco i Radiohead appieno e cosi' mi spiego perche' parlare di loro mi mette sempre tanta soggezione. Essi' che sono outspoken piu' o meno su tutto il restante mondo musicale. E' che i Radiohead mi fanno sentire un po' scemo. Il loro art rock e' come se fosse li' a puntare il dito sulle mie lacune fondamentali. Non ho letto Proust, ne' Einstein, ne' Wittgenstein (non penso che Luca Sofri valga) e le loro canzoni sembrano scritte apposta per ricordarmelo a ogni pie' sospinto. Ne' loro hanno fatto mai alcunche' per farmi sentire meglio e/o per rendersi simpatici, anzi: partirono facendo il verso al grunge con un esordio bruttino, dopodiche' accettarono di buon grado l'etichetta di quelli che fanno il brit pop intelligente, fino a ... demolire il brit pop stesso con OK Computer. (Vabbe', non furono gli unici: senza considerare l'impatto storico che ebbe Homework, proprio nello stesso A.D. 1997 a uccidere il brit pop ci pensarono pure i Blur con la svolta americana dell'omonimo disco, gli Oasis con quel disastro di Be Here Now e soprattutto i Verve con l'album di brit pop perfetto, Urban Hymns.) Comunque, personalmente mi e' sempre spiaciuto perche' con un solo anno extra di vita per il brit pop, si sarebbe prestata mooolta piu' attenzione a In It For The Money dei Supergrass che per quanto mi riguarda e' uno dei dischi piu' belli degli anni novanta.
Ma parliamo di In Rainbows. Ascoltandolo ieri sono sobbalzato quando il mio iPod ha passato l'undicesima traccia. Come, non ce l'avete? Si chiama Everything In The Right Place. Uhm, vabbe' niente scherzi. In Rainbows e' un disco si' interessante, ma che non so quanto riascolterei (per capirlo meglio) se non fosse un loro disco. Ritengo sia due spanne sotto i loro dischi a mio avviso migliori (The Bends, OK Computer e Kid A) e trovo abbia un impatto meno intenso di Hail To The Thief. Ma non demordo: sento che ha un fascino implosivo che chiede maggiore attenzione e gliela daro', magari cercando di capirlo meglio partendo dalle canzoni che mi piacciono di piu', Nude e The Reckoner, che e' proprio bella e non so come ma in un passaggio mi ricorda i RHCP di Other Side. A proposito di somiglianze, l'inizio di Bodysnatchers a me ricorda l'attacco di The Number of The Beast. Poi trovo assai bello l'effetto da macchina del tempo di All I Need, che potrebbe stare senza vergognarsene in OK Computer e mi fa ripiombare di forza nei late nineties. E infine Videotape, pensa a un Aphex Twin beat (periodo I Care Because You Do) e un piano alla Sigur Ros, e' una chiusura molto riuscita. Insomma, qui come non mai, sono combattuto e loro, che continuano a farmi sentire inadeguato, non hanno fatto nulla per agevolare il mio giudizio: la scaletta, ad esempio, non e' affatto user friendly.
Resta comunque il fatto che, non fossero loro, nei prossimi giorni avrei ascoltato tutt'altro. E mi chiedo quanto questo sia giusto e quanti dischi abbia archiviato prematuramente perche' i loro autori non si chiamano Radiohead. Ma tanto sono parole di uno che parla di gente che lo fa sentire scemo.
giovedì 11 ottobre 2007
today i'm going east ...
But I tried to keep the overhead low
Farewell to the city and the love of my life
At least we left before we had to go
love,
matte
dico anch'io la mia su american apparel, more or less
Biascicavo un po', lo so. Comunque, non dico "special", in realta' dico "facial".
mercoledì 10 ottobre 2007
Don't screw it up, Radiohead!
... In just these past ten days, In Rainbows has received more hype than Cloverfield, Halo 3, and the second coming of Christ combined (approximately). Sure, everyone agrees that it's going to topple the record labels, inspire world peace, and bring Tupac back to life … but that's all based on the assumption that the songs are actually good. What if they're not? What if all the buildup amounts to nothing, and Rainbows turns out to be the Snakes on a Plane of British krautrock-y electro-pop albums? Will bands just go back to the old methods of music distribution? Maybe Trent Reznor will re-sign to Interscope and people will abandon file-sharing networks. Then Clive Davis will jack up the price of CDs to $50 apiece, all concert tickets will cost as much as ones to see the Police, and the sky will collapse, we figure.
There's a lot riding on this, Radiohead! Don't screw it up! (thx NY Magazine)
martedì 9 ottobre 2007
Prendersela coi piu' deboli, ossia i mestieranti
(thx You Aint No Picasso)
lunedì 8 ottobre 2007
Boris live @ Music Hall of Williamsburgh
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Green Matamps.
Doubleneck Guitar/Bass combos.
Sunn Model Ts.
Ringing Ears.
Rattled lower intestines.
These are the trademarks of a Boris show. The amazing, and amazingly diverse, japanese Doom/Drone/Experimental kingpins Boris tore through a show that (somewhat predictably) went light on Sunn/Earth guitar strokes, but heavy on the heavy. And by heavy, I mean it all: reflective metalgaze-y passages taking full advantage of the honorable Michio Kurihara (of Ghost fame), as well as riffs to make Matt Pike as giddy as a school child.
Wata, who is probably pound for pound, the baddest riff-meister in existence (cause lets face it, how many 100lb japanese female guitarists are there?), set her amps ablaze as they opened with "Rafflesia", digging deep through tracks from Pink, Akuma No Uta, and their ridiculously prolific catalog. In between multiple stage-dives, ridiculous fills, and resonating gong hits (yes, that is G-O-N-G) drummer Atsuo added a touch of personality to their otherwise stoic stage presence. The guy is a maniac. Takeshi, plays a doubleneck guitar/bass combo ala Jimmy Page..... is anything cooler than that?
The real treat though was seeing the great Michio Kurihara single-handedly take the show from great to monumental with his creeping feedback, sustained e-bow notes, and interstellar solos....
If you missed the show at the Music Hall of Williamsburg, get your ass to the Bowery Ballroom on October 28th. If you can't, get a copy of Akuma No Uta, some headphones, turn it up to 11, and swallow a vibrator. It'll be close, but not the real thing.
For those unfamiliar with Boris's daunting discography, check out this amazing tutorial.
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Una postilla assai faceta: dopo l'ultimo pezzo prima dei bis, quel fantastico invasato del batterista Atsuo si e' cimentato in un eccellente esercizio di stage diving e crowd surfing. Peccato che la folla che lo trasportava (ancor piu' invasata di lui) non ha calcolato bene forza e misure e ha letteralmente scaraventato il nostro malcapitato con faccia sullo spigolo del palco, travolgendo l'equipment della deliziosa chitarrista Wata (equipment che vedi nella foto sotto). Come Atsuo non si sia fracassato il viso e' evidentemente un segreto da samurai (scusate, ci ho provato, ma proprio non sono riuscito a trattenere l'orrendo luogo comune).(pic: thx bosbos)
La scena e' stata un capolavoro di drammaticita' metal e l'esilarante epilogo della (questa volta involontaria) rivolta del pubblico contro il proprio idolo mi ha vagamente ricordato questo:
Spero che nei prossimi giorni qualche buon anima si decida a mettere su you tube il filmato dello schianto di Atsuo, che peraltro, come se niente fosse, si e' rigettato senza indugi sulla folla anche al termine dei bis! Ecco: stavolta l'ho scampata e non ho parlato di un volo da kamikaze ... D'oh!
(thx Fred)
domenica 7 ottobre 2007
venerdì 5 ottobre 2007
Kele Okereke spinning @ Hiro Ballroom
P2P downloading: vincono le case discografiche, per ora
Il resto qui (via Product Shop NYC).
Who's next?
giovedì 4 ottobre 2007
post che mi sono imposto di scrivere dopo avere appreso notizia della finta morte di Ian MacKaye
martedì 2 ottobre 2007
Bo(llo)x
Gia’. A me invece sembra che sta rivoluzione fantastica venga piu’ semplicemente fatta pagare a quelli chi li amano di piu', che verosimilmente compreranno il discbox che costa come una escort.
Economicamente tutto questo non fa una grinza, se sei un venditore. Infatti, discriminare sui prezzi e' quello che ogni venditore vorrebbe fare, anche se corre il rischio di essere espulso dal mercato dai propri concorrenti. Ma non credere: il piu’ delle volte ci si riesce eccome. La raccolta di buoni sconto e' l'esempio tipico, con la massaia che ha tempo di raccimolarli e paga di meno, mentre paga di piu' chi ha una vita indaffarata e non ha tempo di stare dietro ai punti. Il problema e' che loro fanno pagare di piu' non chi ha una vita indaffarata e quindi presumibilmente piu' soldini. Loro fanno pagare il conto a chi e' accecato d'amore per loro. Giocano coi miei sentimenti, avresti detto in terza media. Grazie, lo so che nel discbox c'e' un fracco di altra roba, ma e' roba che normalmente non comperi (o che se comperi, comperi separatamente, se e quando vuoi tu). Dice ma allora scarica, paghi un penny e non rompi piu' i coglioni. Certo che potrei, ma non e' questo il punto.
Semplicemente sottolineo che chi adesso passa come un figo immane in realta' sta spremendo i piu' deboli di cuore. La legge della domanda e dell'offerta ha di bello che, in mercati tendenzialmente conorrenziali, paghi poco cose che saresti disposto a pagare molto molto di piu': pane e acqua sono gli esempi classici, ma in fondo anche la musica, piu' o meno. E con i soldi che risparmi ti compri altre cose, risparmi, mandi i figli all'universita', etc. Fare gli esosi con i propri fans piu' sfegatati e' una bassezza, non una cosa geniale. Perdipiu' perche' camuffata da cosa figa, ‘che ti danno la possibilita' di comprare il tutto a prezzi stracciati, sia pure nell'inferiore qualita' digitale. Mi chiedo se i compratori del box che costa come un'escort avrebbero fatto l'acquisto con cosi' tanto slancio se non ci fosse stata la parallela offerta quasi gratuita, di cui comunque non ci si avvarra' perche’ appunto si e' optato per il box. Penso che si sarebbe gridato allo scandalo per il prezzo esorbitante e si sarebbe scaricato il disco illegalmente e con tanto rancore. Invece no, (quasi) tutti a fare le genuflessioni e chiamarli geni, visionari, etc., mentre il conto viene pagato dai fans piu' leali, con un mind-trick degno di uno scadente cavaliere jedi: farti credere che sei libero mentre ti viene fottuto il portafoglio. Che e' un po' la base stessa del capitalismo e alla fine va bene cosi'. Basta fare meno i fighi e dire le cose come stanno.
ask me anything
2. Costa molto ai cantanti di gruppi indie italiani, che pero’ cantano in inglese, studiare un po’ meglio la pronuncia?
3. Perche’ nessuno si lamenta mai che, tra le varie cose che la mamma sinistra ci ha costretto a ingoiare in questi tredici anni di contenimento di Berlusconi, ci tocca rassegnatamente accettare qualsiasi vaccata imposta dalla Comunita’ Europea?
4. Capito perche’ dicevo che comprare casa non era poi questa buona idea? (Si’, lo so che e’ bello averne una, ma di questi tempi (ultimi sette anni almeno) le case avevano prezzi piu’ cari degli occhiali di Lapo e, si’, anche il mercato delle case scende – so sorry.)
5. Hai deciso se l’espressione che ti irrita di piu’ nel corporate jargon e’ effettivamente “I just wanted to make sure we’re on the same page”? (Peraltro, mi duole dirti che, a meno che anche tu, caroclientecaposuperioreburocrate, stessi gustandoti il nuovo tlog di Fabio De Luca, la risposta e’ “WE ARE NOT”.)
6. Chi e' cosi' gentile da spiegarmi che fanno i New Young Pony Club che i CSS non abbiano gia’ fatto (e assai meglio)?