mercoledì 14 novembre 2007

show me the money first #2


show me the money first


Frontman Liam Gallagher said he would never let an Oasis album be given away for free. Specifically, he said he would allow it to happen "over my dead body". (cit.)

'90s memorabilia #4





OBLIVION This is the Disease Autoproduzione
Recorded & Mixed at "Idea Suono" Milano on March 1989

Degli Oblivion non resta niente, come del resto il loro nome lasciava presagire.
Se digiti su Google Oblivion quello che ti esce fuori sono giochi fantasy per X Box 360 e non certo i fasti di una carriera musicale finita appena sul nascere.
Del resto basta concentrarsi un attimo sulla copertina e sul titolo del Demo tape (per altro bollato con regolare licenza SIAE e dall'aspetto super professionale) per rendersi conto che "questa è malattia". Gli Oblivion erano la band metal del mio liceo. Su '90s memorabilia una recensione post post post mortem. Forse l'unica che abbiano mai ricevuto.

Danger's game la prima traccia, ci cala in uno sgrammaticato e impreciso gioco del pericolo, forse intendevano il pericolo del gioco? Alludendo poi a che cosa? A Pupo che gioca a poker? O ai giovani che giocano con le X Box 360? Non lo sapremo mai. Tutto ciò cadrà nell'Oblivion.
Son's of the power la seconda traccia ha un sottotesto felicemente limaccioso che coincide inconsciamente con la loro condizione esistenziale; chi erano se non loro stessi i "figli del potere" a Milano, cioè i giovani rampolli liceali della Zona Fiera ai tempi di Tangentopoli?
Ready to strike che chiude il lato A fa riferimento a un ipotetico futuro che non vedrà mai la luce in cui i cinque ragazzini si ritroverebbero catapultati in una limo a New York papponi e puttane inclusi, pretesa di successo velleitaria se guardate le facce degli Oblivion e anche i loro nomi, portatori di un destino, dirrei - piuttosto comune (del resto dove pretende di andare uno che si chiama Guido Vaciago o Mando Mambretti? - Mando, se leggi qui, mi racco-mando, non tela prendere, si scherza...)
Il lato B si apre con una White Powders che fa riferimento al dramma della cocaina ai piani alti del potere. Qualcosa che comunque a quei tempi non li riguardava e che quindi gli Oblivion approcciano per forza di cose in modo astratto (essendo forse più abituati allo zucchero a velo sui bomboloni nella pausa delle undici.)
Questa è la malattia è la title track. Ed è per forza di cose il fulcro dell'intero progetto Oblivion. Ma qual'è questa malattia? Personalmente sono propenso a credere che sia la totale mancanza di stile e consapevolezza. Fino ad ora non ho volutamente affrontato la questione musicale. Non credo di avere voglia di farlo in seguito. Comunque si può facilmente sintetizzare con la linea - il cantante (Vaciago) canta come se fosse Paola e Chiara e Paola e Chiara fossero un gigantesco melone spiaccicato sul palco dell'Aquatica durante un Monsters of Rock con headliners gli Iron Maiden. Perchè questa immagine non lo so e non melo chiedo. L'unica nota positiva di "quesa è la malattia" sta nell'immagine in copertina che a parte ricordare a tutti come la band provenisse da un liceo classico, è stata copiata da niente pò pò di meno che i Metallica di And justice for all che se non sbaglio è uscito dopo questo piccolo capolavoro di furore musicale giovanilista...no eh?

PS
L'ultima traccia si chiama Let's Go senza punto esclamativo. E non è un esortativo trionfale. Perchè sta più a voler dire,"andiamo, eh dài, lasciaci stare, non ci tormentare, che vuoi da noi? Che t'abbiamo fatto? Siamo nell'Oblivion..."

1234 They iScrewed Me Again

Fantastica parodia dello spot dell'iPod Nano con Feist.

Qui lo spot originale.
(thx Mad TV)

martedì 13 novembre 2007

Io sono per i Vain....

Se si parla di TRANS METAL, Io lascerei perdere Slave to the grind, dischetto da quattro soldi degli Skid Row e mi ascolterei i RATT di Invasion of your privacy o un grandissimo gruppo mis conosciuto di quel periodo che la mettevano in culo a tutti anche se non hanno fatto carriera che erano i VAIN, il cui cantante aveva la voce più sexy del pianeta... Sentite come dice beat the buee...

lunedì 12 novembre 2007

'90s memorabilia #3




PONCH PRODUCTIONS PRIMUS Live in Milan 1990/91
Because Icepick wants me to drop some bombs

Per questa rubrichetta gentilmente ospitata su Icepick, che si preoccupa di recuperare memorabilia musicali degli anni '90 oggi serviamo i Primus, già celebrati a suo tempo in un post di Icepick.
Non so voi ma io, quando ritrovo queste cassettine in giro da qualche parte infondo alla cantina, ringrazio perchè la vita diventa più dolce. Tutto all'improvviso si capisce e rischiara. Sì, perchè questo tipo di memorabilia un pò speciali, non fosse altro perchè di speciale non hanno niente (testimoniano in questo caso di un sabato qualunque che ho passato a spendacchiare alla fiera di sinigallia nel '91, cosa accaduta credo migliaia di volte) hanno la capacità non solo di riportarmi il sapore di quei giorni e il momentum di quegli anni ma mettono anche la parola fine ai dubbi se fossi una persona giusta o sbagliata. Ora detto francamente. Ma quanti eravamo nel 1991 così pazzi da comprarci un prodottino del genere? Una copertina fotocopiata male, etichette scritte a mano, macchina da scrivere rotta per la track list sul retro copertina dove c'è pure scritto " Siamo spiacenti per la mancanza della prima parte del concerto svoltosi al Prego, ma purtroppo ci è stato requisito il nastro da sconosciuti durante il concerto;sconosciuti che noi riteniamo essere appartenenti a Radio Popolare. Comunque che siano stati o no loro, costoro hanno la prima parte del concerto, quindi fate un pò voi B. P. Productions." Ora. E' chiaro che un prodottino del genere nel 1990 /91 era già non molto appetibile, se poi parliamo che i concerti erano di un gruppo che all'epoca conoscevano veramente quattro scalmanati anche se
in continuo aumento, ci si rende conto del perchè tutto appariva estremamente fallimentare e minoritario, così, all'apparenza.
Col cazzo.
Questa cassettina spacca. Ma spacca di brutto! Questa cassettina vale più di un milione di dischi stampati da una major oggi. Cioè qual'è l'idea sublime di questa cassettina. E' che un manipolo di scalmanati nel 1990 si prendeva la briga di registrare due concerti con mezzi che definire avanguardistici è poco, almeno per i nostri standard attuali, registrare su audio cassette il risultato e poi adoperarsi a fare una scarna copertina ma con pretese di marketing e venderla al gelo il sabato pomeriggio... Geniale!
Oggi io, nel 2007, grazie alla follia pionieristica di questi individui, mi riascolto quel fantastico concerto che ho visto dal vivo. i Primus al Prego, band che poi negli anni sono diventati i Primus bla bla bla. Già, ma allora cosa cazzo era, avevamo la palla magica per capire chi sarebbero stati questi? No. Infatti diciassette anni fa, un pò pensavo che stavo buttando i miei soldi con questo tipo di audio prodotti da Fiera, però li compravo come un malato di shopping qualunque.I Primus li amavo e avevo tutti i loro dischi ufficiali, ma questa è un'altra storia... Comprare queste cassettine invece mi faceva certamente sentire un pò sbagliato.
Il fatto di essere una persona giusta o meno.
Io la vedo così.
Era. L'amore.
Sì, quando sei innamorato di una cosa la fai senza pensarci e non pensi se convenga o meno. Anch'io così mi ritrovo a fare un appello a la Maria de Filippi come quello strappalacrime di Icepick, con tanto di cartolina. Vorrei ritrovare e sapere che fine hanno fatto gli amici della Ponch Productions che mi hanno venduto questa cassetta alla Fiera di Sinigallia quel lontano giorno del 91 e ringraziarli per sempre per quel Harold Of The Rocks scritto a macchina sgangherata che assomiglia a un'opera d'arte.
Ragazzi per me questo è amore. Questo è anche indie.
Indie è amore.
Sì finirei così.
Indie è amore.

sabato 10 novembre 2007

our love to admire but also to say what we gotta say



Era un po' che volevo scrivere di come l'ultimo disco degli Interpol, Our Love To Admire, non mi sia piaciuto proprio poi tanto, anzi. Mi ha tolto dall'imbarazzo questo bel post di Disorder79 grazie al quale sono riuscito a buttare giu' una parte* di quello che volevo dire in questo commento. C'e' pure uno strafalcione grammaticale notevole, l'ennesimo di una lunga serie: dopo tutto questo tempo all'estero inizio a sentirmi come lui.

Ad ogni buon conto, a estrema riprova della mia democristianita', terzismo, doppiogiochismo e quant'altro, eccovi due pezzi dell'ultimo disco che, controcorrente, mi piacciono parecchio:

Interpol - Mammoth (Erol Alkan Rework) (mp3)
Interpol - Pioneer To The Falls (streaming)


* Ad esempio non ho protestato contro il trattamento riservato agli Strokes (non capiro' mai che abbiano fatto di male in Italia per essere cosi' odiati ... dal canto mio non li ringraziero' mai abbastanza per avermi fatto risparmiare non so quanto in guardaroba, che ho riciclato tutto quello che indossavo al ginnasio). Ne' ho voluto ammorbare i lettori di Disorder79 con un'analisi da sociologo di serie C su come gli Interpol siano in profonda crisi di popolarita' presso la loro principale constituency, gli hipsters newyorkesi -- ma si sa che a fasi di ascesa verticale (correvano gli anni 2002/04) si alternano anche fasi di backlash (soprattutto per un gruppo i cui membri sono apparentemente piu' fighi dell'uomo della strada e il cui bassista - che prima si vestiva come un gerarca nazista in crisi di identita' e ora come una comparsa di Ritorno al Futuro III - si e' addirittura pigliato l'herpes, tanto e' ingestibile il suo cazzo).

venerdì 9 novembre 2007

'90s memorabilia #2


INSIDE OUT - NO SPIRITUAL SURRENDER Revelation Records:19

Questo disco che mi sono divertito a fotografare sulla copertina di Pig di questo mese, perchè lì per caso si trovava dopo che l'ho tirato fuori dall'armadio, in una sorta di quantum leap temporale improbabile che unisce il passato e il presente - dicevo, questo disco è il primo e credo unico artefatto della primissima band di Zack de la Rocha che avrebbe poi fondato i RATM. Anno 1990. Comprato via posta perchè internet 17 anni fa non c'era. Super raro. Suona magico! I testi sul retro copertina meriterebbero una foto e un discorso a parte!

giovedì 8 novembre 2007

green like me

Ci puo' anche stare che siate cosi' impegnati da non esservi accorti che i due autori di sto simpatco blog hanno una sana ossessione, tra l'altro, per gli Spoon. Mi prendo carico di ricordarlo.

Qualche settimana fa i nostri eroi hanno tenuto un mini set acustico alla VW Green Room*, dove hanno suonato tre pezzi dal mai non troppo celebrato Ga Ga Ga Ga Ga: l'enigmatica opening track Don't Make Me A Target, quel gioiello in levare del singolo The Underdog e la struggente e beatlesiana closing track Black Like Me (che in altre versioni da noi trovate pure qui e qui), tutti postati da So Much Silence.

* Ennesimo segnale di come in molti, con idee migliori rispetto a intentare cause a destra e manca, se ne stiano alla finestra pronti a gettarsi sul mercato e dare finalmente il colpo di grazia alla ricca, stupida e moribonda record industry.

'90s memorabilia # 1

DEF 24306 THE GETO BOYS DEF AMERICAN RECORDINGS 1989
Comprato a Milano nel 1989 da Zabriskie Point credo nel 1990...

mercoledì 7 novembre 2007

Ti chiedi mai "chissa' chi ci sara' quest'anno nella Cool List dell'NME"?

Nemmeno io.

Anzi: una delle ragioni per cui ho sempre voluto scrivere un blog e' quella di dire peste e corna della cool list dell'NME.

Ti diro' di piu': se combini "NME"+"Ennesima Classifica"+"Coolness" ti salta fuori una miscela culturale cosi' schifosa da giustificare secoli di terrorismo islamico.
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Poi arriva quella di quest'anno, che trovi qui, leggi la decima posizione e di colpo ti viene voglia di mandare tutti assolti. Ma ai tuoi occhi non sfugge la diciottesima posizione e decidi di andare avanti as planned. Ora vi devo salutare che mi e' passato a prendere il Mullah Omar colla moto.
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1. Frank Carter – Gallows
2. Jamie Reynolds – Klaxons (13)*
3. Lovefoxxx – CSS (10)
4. Ryan Jarman – The Cribs
5. Lethal Bizzle
6. Alex Turner – Arctic Monkeys (32)
7. Kate Nash
8. Amy Winehouse (50)
9. Beth Ditto – The Gossip (1)
10. Keith Richards – The Rolling Stones (26)
11. MIA
12. Thom Yorke – Radiohead (9)
13. Drew McConnell - Babyshambles
14. Prince
15. Tom Clarke – The Enemy
16. Noel Gallagher – Oasis
17. Hayley Williams - Paramore
18. Brandon’s Tache – Brandon Flowers, The Killers
19. Matt Bellamy – Muse (27)
20. James Smith - Hadouken
21. Caleb Followill – Kings of Leon
22. Matt Helders – Arctic Monkeys
23. Eddie Argos – Art Brut
24. Craig Finn – The Hold Steady
25. Morgan Yeah? – Does it Offend You, Yeah?
26. Simon Neil - Biffy Clyro – (28)
27. Simon Taylor - Klaxons
28. Karen O – Yeah Yeah Yeahs (5)
29. Kele Okereke – Bloc Party
30. Meg White – The White Stripes (24)
31. Tim Harrington – Les Savy Fav
32. Gerard Way – My Chemical Romance (8)
33. Jamie T
34. Pete Doherty – Babyshambles (28)
35. Lou Hayter – New Young Pony Club
36. Ian Brown
37. Joe Lean – Joe Lean and the Jing Jang Jong
38. Andy Burrows - Razorlight
39. Kyle Falconer – The View
40. Nicky Wire – Manic Street Preachers
41. Josh Homme - Queens of the Stone Age
42. Cole Alexander - Black Lips
43. Suki - Real Heat
44. Brandon Flowers – The Killers (29)
45. Yannis Philippakis - Foals
46. Patrick Wolf
47. Carlos D - Interpol
48. Santogold
49. Dev Hynes – Lightspeed Champion
50. Spider Webb – The Horrors
* Tra parentesi la posizione nel 2006.

martedì 6 novembre 2007

videomusica! (dopo una mezza dozzina di disclaimers)


Questo pomeriggio ho intercettato Cool Town Rock, il nuovo video degli Holy Hail, quartetto di Brooklyn con un buon seguito tra m-bloggers d'oltreoceano (un po' meno nella stampa che conta, ma a chi importa). Mi e' piaciuto e l'ho voluto postare da subito. Poi ho pensato di fare del favoritismo, che' due su quattro (Cat e Kevin, i due che cantano) sono amici e allora ho chiesto ad Icepick, che spregiudicato com'e' mi ha detto di postare subito. Ma ancora non ero convinto, sempre per il suddetto fattore di para-nepotismo. Poi sono tornato a casa e al terzo ascolto ho stabilito che la canzone mi piace (oramai sono gia' al sesto, tanto sono lento e impedito a postare). Oltretutto, di questi tempi (v. post immediatamente sotto), un po' di cool town rock non guasta, dai.


Cool Town Rock e' in uscita il 26 novembre.

mi chiedevate di sto indi ruock in moscow ...

Che vi devo dire? Per quanto mi riguarda e' ancora non pervenuto: nelle prime tre settimane in cui ho bazzicato locali e bars moscoviti, ho collezionato una serie dispa(e?)rata di generi (inclusi alcuni che non sentivo dalla notte dei tempi in cui con l'amico Franco si andava, unici ad abbracciare lo stile straight edge, all'Immaginazione di Pantigliate), ma niente "indie".

Stando a Exile invece le cose starebbero cambiando:

For years Moscow has been known as the cultural Cheese Capital of Eastern Europe, a hotbed of shitty disco pop music and style so shamelessly lame that it made Milan or the Castro District seem like grimy punk zones by comparison. Moscow took the popsovi cheese to its most painful extreme, while the kewl krowd went raver-techno with a vengeance ... But over the past year or two, we've noticed that things are changing just a little bit. The latest fad slowly taking over the Russian capital isn't the same old euro-trash techno we've been enduring all these years. Incredible as it may seem, the guitar is making a comeback. ... Yup, it's true. Two decades late, indie music has finally hit Moscow...and it's The Kewl Thing.

I passaggi seguenti mi ricordano molto Milano e Boston e parzialmente anche New York (la hipster scene in particolare):

Most of the kids in indie scene are somewhere between 16 and 25 years old. All come from middle class families that lived out on the outskirts of Moscow. You know, "ekologicheskii chisti" areas. All of them had been to Europe more than once, along with the usual CIS countries. And all were either studying or graduated from an art or liberal arts institute. All in all, the emerging indie kids are just a part of Russia's educated suburban middle-class. Interestingly, America's indie scene sprang from the roughly the same demographic.
The Russian indie chicks, just like their American counterparts, were also busy at work cultivating an air of in-the-know snottiness that comes with a pampered middle class upbringing. Unlike cheesy popszovi types or even ravers, these indie chicks only talk to dudes from their clique.

In coda all'articolo ci sono un po' di interviste ad avventori, djs etc. Tra queste, la giovine studentessa Nastia (un nome, un programma) si prodiga in affermazioni poco impegnative:

I just came to the show to watch an indie band that I know, the Miami Scissors. I like them. When I watch them, I get this feeling that I'm witnessing something monumental. Like it must have felt like back in the 60's watching the Beatles first play some small club or in someone's apartment.

E vi diro': fattomi coraggio nella quasi inesplicabile pagina su quella che a occhio e croce e' la versione russa di myspace, ho trovato due pezzi che, vinto lo snobismo iniziale e i suoni un po' cosi' e l'arrangiamento un po' cosi' e l'atmosfera che sembra di essere nel '94 quando il grunge aveva gia' tirato le cuoia prima che lo facesse pure Cobain e iniziava la deriva con gruppi come quello di quel tipo coi dreads che stava con Winona Ryder e faceva quella cover di Born To Run che pero' intitolava Runaway Train, ebbene ... si fanno ascoltare. Anzi, domani mi procuro tutta la loro discografia e faccio come i veri m-bloggers che puntano sempre su qualche cavallo locale, che non si sa mai, che tanto i miei non sono mica tanto peggio dei vostri, me li porto in America, ci faccio i soldi e mi ripago la law school (queste ultime due cose, se volete, sono pronto a farle pure con i vostri).

Miami Scissors - Strike Day (mp3)

Miami Scissors - Heaven Sensor (mp3)

lunedì 5 novembre 2007

brooklyn vegan fa storno di collaboratori ai danni di icepick ...

Questo il messaggio che il buddy Fred (autore della miglior recensione della storia di icepick) mi invia qualche giorno fa ...

... nel mentre sembra non abbia resistito alla tentazione di offrire i propri servigi ai piu' ricchi e potenti ...

----- Original Message -----
From: "Fred [...]" f[...]@gmail.com
Sent: 10/31/2007 10:31 AM
To: "Matteo [...]" ;"Chris [...]" <[...]@gmail.com>
Subject: Metalheads, Our Prayers Have Been Answered....

Iron Maiden will be at Continental Airlines arena on March 14th, 2008.
That alone is awesome. Add to that, they will be playing ONLY their
80s hits. On top of THAT, they will be performing on the 1985
Powerslave tour set!!!!!!!!!

Holy.
F'n.
Sheet.

If you guys dont know, their Powerslave tour was absolutely
legendary..... They had a full Egyptian backdrop with a giant "eddie"
sphinx and planes (ala "Aces High") and everything. This is like
stepping back in time

I attached a copy of the only pic I could find of the Powerslave tour stage....

Caracas: 4 morti e 5 feriti durante dj set di Carl Cox

detto cosi' sembra facile


PJ Harvey e il piano.

When did you start to write on piano?

I didn’t start to play until early 2005 when a friend was looking for a home for a piano, and I quite simply had never owned one before. [To learn to play] I’d pretend to be a piano player. No, I’m serious. I pretend quite a lot in my head anyway, so I’m sitting there and I think, “How would a piano player play?” And I shut my eyes and improvise with myself, like I was giving this concert.

Leggi pure il resto dell'intervista. Qui un buon assaggio di quello che e' in grado di fare, oggi come oggi, al piano.

domenica 4 novembre 2007

Napalm Death live @ Tochka, Moscow -- 3 novembre 2007


http://userserve-ak.last.fm/serve/_/2555029.jpg
Dopo aver perso la proverbiale mezz'ora incapace di dare indicazioni decenti al mio, peraltro cortesissimo e azzimato, gypsy cab driver (il suo taxi e' uno dei pochi senza il vetro anteriore fracassato), arrivo finalmente al club Tochka. Passato il non insormontabile feis control (e' pur sempre un concerto dei Napalm Death, dopo tutto), una gentile signorina all'altezza del metal detector iniza a farmi una serie di domande in russo cui ovviamente non so dare risposta. Fattole capire che non sono in grado di interloquire, lei apre un cassetto da cui tira fuori in rapida successione: un coltello a serramanico, una lama da inserire sotto la fibbia della cintura, un coltellaccio alla rambo e una pistola. La scena e' surreale. Il mio perenne senso di colpa latino mi fa per un secondo pensare di essere accusato di porto d'armi illegale, ma la cosa e' ovviamente un po' forzata. Ne' mi sta cercando di vendere armi per meglio difendermi in quel girone infernale che e' il pogo a un concerto dei Napalm Death. Si tratta semplicemente di armi confiscate ad altri avventori (una pistola santo cielo!) e lei e' in cerca di un'autodenuncia da parte mia. Non essendoci nulla da dichiarare, a quel punto scatta in me un sentimento di inadeguatezza per non avere armi da contribuire in quel mitico cassetto. Provo invano a porgerle l'inalatore aerosol, che lei scarta con sorriso tra il materno e il preoccupato (per le mie sorti nella bolgia).
Riuscito miracolosamente a intrufolarmi senza nemmeno il biglietto, entro nella sala stracolma quando i nostri stanno gia' suonando. Da buon codardo mi posiziono sulla scala che scende verso la "platea". Da qui ho un'ottima visuale di quello che succede sul palco e sotto. Mamma mia. Mai visto niente di simile. Si combinano la tipica violenza degli shows dei Napalm Death con l'approssimativa gestione della sicurezza dell'organizzazione russa. In qualsiasi momento sul palco, oltre ai musicisti, si possono scorgere due addetti alla security vestiti come se fossereo alla festa no martini no party e un numero variabile di fans in procinto di fare stage diving (diciamo dai due ai cinque). La scena e' piu' o meno sempre la stessa: un fan salta su, si gode due secondi dionisiaci di divisione del palco con i propri idoli, dopodiche' viene violentemente spintonato giu' dal fighetto della security. Vedo gente finire direttamente faccia a terra, faccia sul palco o sui monitors, oppure con testa, scarpe, gambe, tronco in faccia ai fans nelle prime file. In passato ho assistito a un buon numero di concerti thrash metal, Slayer inclusi, tutti abbastanza violenti. Ma quello che mi colpisce qui e' la totale, ma proprio totale, noncuranza per l'incolumita' fisica: scarpate in faccia, gomiti alti, testate, di tutto e di piu' tra duecento russi di sesso e corporatura variabile, dall'armadio dell'armata rossa al metallaro mingherlino, dal punk completamente ubriaco alla tipina da centro sociale. In tutto cio' i Napalm Death sono impassibili (per quanto possibile, dato che si devono ogni tanto dimenare dai fans piu' esagitati che li abbracciano, cercano di mollare improbabili high-fives e di fare dell'estemporaneo air guitar e in un caso, addirittura, air drum -- genio!) e offrono una performance superba: suoni ultra saturi, pezzi eseguiti perfettamente al sincrono e in maniera energica ed aggressiva.
Finito il set, grandi boati e pacche sulle spalle, che si e' sopravvissuti anche questa volta. Mentre esco scorgo un gruppo di persone presso la tizia del metal detector: si tratta dei proprietari di coltelli e pistola di cui sopra, tutti in fila per riprenderne possesso.
Welcome to Moscow, baby.

venerdì 2 novembre 2007

missing home

What Do You Think You're Eating?

Customer: Hey, I think you have a roach over there.
Waiter: Yeah, there are rats, too.

--Ave A

(thx overheard in new york)

per i morti mi faccio bastare i 140 caratteri di twitter (fa molto grindcore)

Pensa che domani andra' al concerto dei Napalm Death qui a Mosca. Se non muore sara' un'esperienza purificatrice. Ma e' un grosso se.

Napalm Death - You Suffer (live, video)

Napalm Death - Scum (live, video)

Napalm Death - Suffer The Children (video)

Napalm Death - Nazi Punks Fuck Off (Dead Kennedys cover, live, video)

giovedì 1 novembre 2007

halloche'?

Quando ero piu’ giovane e quindi molto piu’ massimalista e intransigente, anche a me infastidiva che in Italia si festeggiasse Halloween. Quei bastardi degli yankee, mi dicevo. Poi a ben vedere, se non si importassero feste da altre parti del paese e/o del mondo, avrei potuto festeggiare solo Sant’Ambrogio. In altre parole, niente Natale, niente Pasqua, niente di niente (nemmeno carnevale a Rio!), se non fosse per precedenti importazioni di feste.
Who cares: Halloween e’ solo (un prestesto per una) festa, no? Certo, travestirsi non e’ il massimo, ma ci sono tante scorciatoie: un anno, senza essermi travestito da niente, riuscii a spacciarmi come personaggio di Trainspotting, mentre un altro anno me la cavai con un cartone da latte gigantesco con la mia fazza sotto la scritta missing, molto video di coffee and tv (e di don’t cry, remember "where's izzy?").
Insomma, si spera che alla fine siate usciti, abbiate bevuto e vi siate moltiplicati senza stare a menarvela troppo con feticci di retroguardia tipo che schifo la colonizzazione yankee.
A propos: Halloween e’ una festa gaelica.