domenica 10 febbraio 2008

raw bulletin

Esce di casa dopo aver finalmente visto Eastern Promises on demand. Sale su un taxi in direzione Upper East Side, che' Dan Deacon suona gratis all Whitney Museum. Nel tragitto ascolta l'ultimo dei Black Mountain, che attualmente ritiene il miglior disco del 2008. La FDR Drive e' chiusa causa incidente quindi si sale su first avenue fino alla cinquantunesima e poi si inizia lo zig zag tra il traffico di midtown. Arriva al Whitney e trova una coda lunga meta' isolato, manco fosse Dylan a Manchester nel 1966. Si mette in fila e guarda da fuori alcune lussuose case. Poi arriva Stevie, che non vedeva da mesi, da prima che andasse in Russia. Chiaccherano. Gli racconta di Mosca e di Parigi. Stevie gli racconta di Bilbao e San Sebastian. Un secondo prima che arrivi Zach, un'addetta del museo comunica che non c'e' piu' spazio per vedere Dan Deacon. Cosi' Zach, Stevie ed M. si trovano senza un valido motivo nell'ultima zona dove vuoi essere un venerdi' alle sei e mezza di sera. Decidono di andare a bere e non e' impresa facile trovare un posto decente da quelle parti. Dopo aver camminato al freddo per un buon dieci blocchi, trovano una brasserie sulla terza e 59esima. Niente di che ma un buon riparo. Come Zach, ordina una Stella Artois, mentre Stevie prende un Manhattan. Parlano tra l'altro di Lost (inveiscono contro gli autori per avere seccato prematuramente Naomi), di The Wire, di American Gansgter, di The Insider. Zach dice che un suo amico ha lavorato assieme a Jeffrey Wigand, il chimico interpretato da Russel Crowe in The Insider. Dice che a detta di quell'amico, R. Crowe ha semplicemente clonato quell'uomo, prendendone quasi tutte le fattezze. C'e' tempo per un altro giro di bevute, in cui si parla di amici in comune, di amici di Zach e Stevie che si mollano e di coppie che si formano in maniera non esattamente corretta. E tempo per ricevere una telefonata e sentire che i Sonic Youth hanno suonato alla sfilata di Marc Jacobs. Poi via su un taxi rediretti a downtown e M. espone le ragioni per cui non impazzisce per In Rainbows. Arrivano da Satsko, ristorante asian fusion in Eldridge tra Houston e Stanton. Si scolano una bottiglia di sake in tre; non una grandissima idea, scoprira' piu' tardi.
Arrivano altri loro amici, tra cui un hedge fund manager che si scopa la segretaria 23enne (che ha sbaragliato la conoscrrenza alla job interview placidamente ammettendo che avrebbe voluto scoparsi il capo) e un tizio dell'Arkansas trapiantato in California, gia' nello staff della Casa Bianca nei '90s e oggi in citta' per un paio di rallies pro Billary. Il cibo e' buono, anche se a meta' cena M. scopre che non fa bene mangiare tonno crudo. E' pieno di mercurio, gli viene detto. Chiede che cosa si rischia e nessuno sa dargli una risposta, ma lo convincono che insomma mangiare mercurio non deve fare particolarmente bene. Tanto lui stava mangiando del manzo. La cena fila via con tre bottiglie di ottimo Malbec. A un certo punto, parte un trio jazz che suona da dio. Lasciati Zach e Stevie, un'ora piu' tardi M. e' al 205 ad aspettare un'amica. Un'ora e mezza piu' tardi balla al 205 con l'amica e sentono anche la reggae band al piano di sopra. Due ore piu' tardi vaga tra il Motorcity (da dove se ne esce con un bicchiere di Jack & Coke pieno e il buttafuori che non prova nemmeno a farmarlo) e l'Annex. Da li' in poi piu' nulla. Ricorda una difficoltosa trattativa sotto casa con un tassista che non accetta carta di credito e lui non riesce a prelevare. Ricorda un'impossibile salita di due piani di scale. Si sveglia il giorno dopo. Ha un prisma di cristallo conficcato nel cranio, merito del sake e di un'infinita' di vodka & tonic. Sta molto, molto male. Non c'e' nessuna cura che funzioni. Sente che il suo corpo e' avvelenato. L'unica e' mettersi in posizione fetale e aspettare. Aspettare. Ascolta anche della musica, ma poi si stanca. Poi alle sette di sera esce a farsi un sandwich e si dirige a Williamsburg. Sta un po' meglio. E' sempre bello passeggiare per Williamsburg, soprattutto la sera. Era tanto che non ci andava. Attraversa Bedford, prende Driggs e cammina, cammina fino a superare il parco e arrivare al Warsaw per i concerti di No Age e Liars. Il buttafuori che gli controlla la ID gli chiede se tenga al Milan o all'Inter. Risponde piccato "none." Il Warsaw e' un centro culturale polacco. Ha una sala da ballo enorme. Tutto il personale e' polacco. Servono kielbasa e pierogi. Non ha contanti con se' ed e' un peccato perche' le t-shirts sono bellissime. Si siede sotto il palco. Non ha soldi e non riesce a prelevare. Beve acqua. Si guarda in giro. Naviga svogliatamente con l'iPhone. Deve aspettare un'ora buona prima dell'arrivo dei

10 commenti:

  1. già chiamo dario patrick bateman, temo che tu ti debba accontentare di un banale victor ward!

    RispondiElimina
  2. C'è un 'che' di disperato in tutto questo glitch new yorkese... infatti sembra American Psycho!!

    RispondiElimina
  3. credo di poter parlare anche a nome del socio e pure di franco: qualunque paragone easton ellis related qui è graditissimo.

    RispondiElimina
  4. e credi che non lo sapessi? ma anche il tuo bollettino avrà un seguito, nevvero?

    RispondiElimina
  5. Non mi è mica passata la paura del cinema, mentre leggevo il racconto mi chiedevo a che punto sarebbe arrivato il mostrillo :D

    RispondiElimina
  6. @thingy: victor ward e' il tizio che va in europa nelle regole dell'attrazione? non mi farei mai tirare dentro come un babbione americano da una coppia di scambisti italiani.

    @anonimo: forse. ma ricorda che la terza persona viene utilizzata solo quando sta per essere beccato dalla polizia.

    @icepick: paragone un par di balle, non scherziamo.
    eppoi curati: il gingko (sp?) non e' male.

    @thingy: mi sa di si'.

    @disorder: se hai pazienza una specie di mostro in realta' arriva. temopdi un paio di puntate.....

    RispondiElimina
  7. victor ward è effettivamente in "le regole dell'attrazione", ma soprattutto è il protagonista di glamorama. tra l'altro una delle sue frasi preferite è "the better you look, the more you see", che nella traduzione italiana viene stravolta in un modo congeniale a questo blog, ossia (cito a memoria) "se sei bello, il mondo ti sembra più bello". quale frase più adatta al blog per gente che piace e si piace?

    RispondiElimina
  8. @thingy (a propos: ma quanti nicks hai??): sia ben chiaro che la definizione "il blog che piace alla gente che piace o per lo meno che si piace" e' riferita a voi avventori -- mai avrei permesso fosse riferita a noi!

    RispondiElimina
  9. ahaha... il nick di last.fm è vecchio, altrimenti sarebbe thingy. ne ho molti altri? LaVale non è un nick, lo hai creato tu in diretta da mosca... ma il seguito del racconto? non ci deludere come bret iniziando a delirare di fantasmi e di mostri!

    RispondiElimina