Dovresti scrivere la classifichetta di fine anno come millanti da un po’ ma non ti va poi cosi’ tanto, perche’ sai chi e’ primo e non sai chi e’ secondo, terzo e quarto, etc. E non ti sentiresti intellettualmente onesto ad affermare (implicitamente) cose del tipo che il tredicesimo ti piace piu’ del quattordicesimo, del quindicesimo e del sedicesimo. Poi c’e’ la questione di tutta la musica dell’anno scorso che inizi ad ascoltare oggi (Yeasayer, White Williams, Shocking Pinks, High On Fire, Chromeo, Om, The Teeth) o hai iniziato ad ascoltare ieri (Holy Fuck, Black Mountain). Poi c’e’ la questione dei gusti che cambiano. Poi c’e’ la questione che dedichi meno del 30% del tuo tempo di ascolto a musica uscita lo stesso anno. Insomma, un disastro. Comunque, il primo disco ce l’hai. Concordi con Dario (e con kAy) che si tratti di Ga Ga Ga Ga Ga degli Spoon.
Ci sono una dozzina di ragioni per questo, molte delle quali non sai nemmeno spiegare adeguatamente. Dici solo che se un disco ti ha fatto cambiare idea ben cinque volte su quale sia la canzone migliore (da Don’t Make Me A Target a You Got The Cherry Bomb, passando per The Undergog, Rhythm & Soul fino ad approdare a Black Like Me), forse ci sono tutti gli indizi per dire this is the one. Le altre undici ragioni le dovresti tenere per te, che non si sa mai che se poi un giorno incontri di persona qualche lettore, alla quarta pinta non inizi a fare sanguinare i timpani di chi ti ascolta dicendo della quinta, della sesta, della settima e dell’ottava ragione. Vabbe’ anticipi che la nona ha a che fare con la voce di Britt Daniel e l’undicesima e’ per quando dice “remember the winter gets cold in ways you always forget.”
Insomma la classifichina e’ cosa che non si sapra' mai.
Visto che lo sei andato a vedere il giorno della prima (cosa che non facevi dai tempi di Scuola di Polizia III), dovresti dire cosa e’ che ne pensi di Cloverfield. Ti piacerebbe fare uno spoilerone qui su due piedi, giusto per segare ogni rimanente opportunita’ di successo sociale per quella valle di lacrime che e’ Icepick. A un certo punto, durante il film, pensavi pure di fare la zarrata di fotografare lo schermo quando appare xx xxxxxx. Ma non dirai proprio un tubo, tranne che uscire dal cinema e camminare per le strade dove piu’ o meno avviene il fattaccio non ti ha fatto particolarmente ridere, no. No, no. Fortuna tu, la tua dolce meta’ e due sue amiche (guys: they are both single!) vi siete consolati con tre bocce di Sancerre e discussioni varie tra cui (i) la intellighenzia italiana che ha demolito Knocked Up, quando qui e’ piaciuto a molti liberals (persone in carne ed ossa, intendi – non critici liberals; tu non lo hai visto, tanto per chiarire), (ii) Chutes Too Narrow, (iii) The Knife, (iv) The Departed vs. American Gangster, (v) Croverfield, (vi) l’ex fidanzato di una delle due amiche, asseritamente diventato troppo chubby causa infatuazione per junk food dopo sette anni di rigidissima militanza vegan, e (vii) quanto sia spettacolare dal vivo l'ultima band di Rick Froberg (ex Drive Like Jehu e Hot Snakes), gli Obits
Comunque non sentirete nulla di Croverfield, tranne che xx xxxxxx fa effettivamente paura.
Ah gia’, poi dovevi ancora dire di quel concerto degli Arcade Fire a Randall’s Island il 6 ottobre. Ostia, qui si e’ pure andati in prescrizione, pensi. Dai che te la cavi con sette righe, sforzati.
Compitino: anche se i suoni non furono impeccabili, la grande partecipazione del pubblico e un esecuzione sempre all’altezza hanno generato un concerto molto buono (ma al di sotto di quello di maggio).
Critica da commentatore navigato e un poco cinico, causa divorzio amaro alle spalle: prove generali per vedere se potranno mai diventare un’arena band, se non addirittura i nuovi U2 -- prove riuscite, anche se non diventeranno mai i nuovi U2, tra l’altro perche’ Win si piglia troppo sul serio e non ha nemmeno un ventesimo della spietatezza (e del cervello) di Bono (p.s.: ci aveva visto bene Ellis in American Psycho a dargli del diavolo).
E insomma, non hai detto nulla di significativo sugli AF del 6 ottobre 2007 a NYC.
Benissimo, ora che ti sei messo in pari, ti senti cosi' in pace e in armonia con l'universo che ti viene voglia di ripescare gli Editors di vent'anni fa:
il vegan che diventa chubby per junk food mi fa ridere
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RispondiEliminaPerché i Mr. Big sarebbero gli Editors di vent'anni fa?
RispondiEliminaIl revival post-punk ha raggiunto il grado di saturazione e di poseurismo dell'hair metal alla fine degli anni '80/primi '90. I Mr. Big sono stati un gruppo un po' inutile e assolutamente non originale, ma con delle canzoni orecchiabili che hanno fatto breccia, proprio come mi pare sia il caso degli Editors ora.
RispondiEliminaMolto acuto, come sempre.
RispondiEliminaQuasi mi vergogno di non aver colto al volo il concetto.
Forse io avrei utilizzato i Danger Danger come metro di paragone, ma questo non intacca la condivisibilità dl tuo discorso.
avete finito di farvi pompini a vicenda?
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