martedì 6 novembre 2007

mi chiedevate di sto indi ruock in moscow ...

Che vi devo dire? Per quanto mi riguarda e' ancora non pervenuto: nelle prime tre settimane in cui ho bazzicato locali e bars moscoviti, ho collezionato una serie dispa(e?)rata di generi (inclusi alcuni che non sentivo dalla notte dei tempi in cui con l'amico Franco si andava, unici ad abbracciare lo stile straight edge, all'Immaginazione di Pantigliate), ma niente "indie".

Stando a Exile invece le cose starebbero cambiando:

For years Moscow has been known as the cultural Cheese Capital of Eastern Europe, a hotbed of shitty disco pop music and style so shamelessly lame that it made Milan or the Castro District seem like grimy punk zones by comparison. Moscow took the popsovi cheese to its most painful extreme, while the kewl krowd went raver-techno with a vengeance ... But over the past year or two, we've noticed that things are changing just a little bit. The latest fad slowly taking over the Russian capital isn't the same old euro-trash techno we've been enduring all these years. Incredible as it may seem, the guitar is making a comeback. ... Yup, it's true. Two decades late, indie music has finally hit Moscow...and it's The Kewl Thing.

I passaggi seguenti mi ricordano molto Milano e Boston e parzialmente anche New York (la hipster scene in particolare):

Most of the kids in indie scene are somewhere between 16 and 25 years old. All come from middle class families that lived out on the outskirts of Moscow. You know, "ekologicheskii chisti" areas. All of them had been to Europe more than once, along with the usual CIS countries. And all were either studying or graduated from an art or liberal arts institute. All in all, the emerging indie kids are just a part of Russia's educated suburban middle-class. Interestingly, America's indie scene sprang from the roughly the same demographic.
The Russian indie chicks, just like their American counterparts, were also busy at work cultivating an air of in-the-know snottiness that comes with a pampered middle class upbringing. Unlike cheesy popszovi types or even ravers, these indie chicks only talk to dudes from their clique.

In coda all'articolo ci sono un po' di interviste ad avventori, djs etc. Tra queste, la giovine studentessa Nastia (un nome, un programma) si prodiga in affermazioni poco impegnative:

I just came to the show to watch an indie band that I know, the Miami Scissors. I like them. When I watch them, I get this feeling that I'm witnessing something monumental. Like it must have felt like back in the 60's watching the Beatles first play some small club or in someone's apartment.

E vi diro': fattomi coraggio nella quasi inesplicabile pagina su quella che a occhio e croce e' la versione russa di myspace, ho trovato due pezzi che, vinto lo snobismo iniziale e i suoni un po' cosi' e l'arrangiamento un po' cosi' e l'atmosfera che sembra di essere nel '94 quando il grunge aveva gia' tirato le cuoia prima che lo facesse pure Cobain e iniziava la deriva con gruppi come quello di quel tipo coi dreads che stava con Winona Ryder e faceva quella cover di Born To Run che pero' intitolava Runaway Train, ebbene ... si fanno ascoltare. Anzi, domani mi procuro tutta la loro discografia e faccio come i veri m-bloggers che puntano sempre su qualche cavallo locale, che non si sa mai, che tanto i miei non sono mica tanto peggio dei vostri, me li porto in America, ci faccio i soldi e mi ripago la law school (queste ultime due cose, se volete, sono pronto a farle pure con i vostri).

Miami Scissors - Strike Day (mp3)

Miami Scissors - Heaven Sensor (mp3)

7 commenti:

  1. Fai di più: apri la Casa 129 russa; magari con le tipe locali si tromba di più che qua.

    icepack

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  2. beh, per quello ci vuole talmente poco che non so se valga mica la pena di mettere a repentaglio la propria vita avventurandosi nel club management in quel di mosca

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  3. Ma sei andato a MOscow?

    Io non mi dimenticherò MAI il festival hard rock di Mosca del 1990: Ozzy, Skid row, Jon B. Jovi, Scorpions, Gorky Park, ma sopratutto e sopra tutti, la memorabile performance dei Cinderella.

    Sao café

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  4. Gli Anni 90 sono stati un gran bel polpettone audio magnetico da cui non ci siamo mai più ripresi ma che ci farà per sempre sentire attuali, spero! Diciamo che ne abbiamo viste di tutti i colori a quei tempi. Si passava con disinvoltura e senza sensi di colpa dalle audio cassette mega compila old (oggi!) skool techno di Merak alle cassettine comprate a Oakland di Mc Ren al 7 pollici degli Onda Rossa Posse e Stop al Panico fino ad arrivare al vinile della We Bite Records dei Gorilla Biscuits e degli Youth of Today per poi magari deviare di nuovo su un cd degli AnthraX e poi un vinile dei Geto Boys e riscoprire senza neanche rendersene conto pietre miliari come i Minor Threat o il primo Ep dei Fugazi quello con waiting room, per poi cantare subito dopo a squarciagola con un deficiente che diceva che "oggi Jeremy in classe aveva parlato", adombrando una trita e ritrita violenza sessuale... Poi un pazzo all'improvviso, biondo ossigenato vestito di pelle che sembrava un trans ci urlava, cercando di riattirare la nostra attenzione verso di lui "ALL'APICE DELLA NOTTE!" O un altro gli rispondeva "18 anni c'hai, 18 anni sai.." Insomma, immaginatevi un macello. Non si capiva da che parte stare... Non si capiva niente!
    Poi sono arrivati i Sonic Youth (che già di storia ne avevano fatta)e i Pavement(che invece erano giovani e li copiavano) e ci hanno detto, molto flemmaticamente, senza scomporsi tanto, come una vecchia maestra navigata: "no ragazzi non si fa così... Su, cerchiamo di darci un tono, siamo indie, siamo la crema mica dei buzzurroni qualunque, cerchiamo di capire bene le nostre radici e di disprezzare i grezzoni musicali..." Nel frattempo Kurt Cobain moriva, io mi tuffavo dal palco del Rainbow di fianco a Zak del la Rocha ed ero ben poco incline a seguire la maestra e ben felice del mio disordine intellettuale e musicale e i Red Hot Chili Peppers buttavano tutto a puttane, "dandola via..." Almeno questo è quello che penso io...

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  5. il tuo commento merita un post a parte, anzi un blog a parte
    è una goduria leggerti, francusia.
    d.

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  6. Eh addirittura... Invece complimenti a te e a Matte per aver tirato su una bestiolina di blog che come diceva un certo tipo al Mills College (e qui chi mi può capire mi capisce) avrà dei picchi "chettelliraccomando"!

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  7. Grande Franco! E ai tempi si e' fatto tutto con cassette, vinili, cd chettelliraccomando.

    E grazie per avermi martellato la testa con 150 generi diversi, senza i quali non amerei la musica come la amo adesso: ricordi che all'inizio del 1990 eravamo entrambi convinti che il futuro sarebbero stati i voivod (peraltro tuttora attivi con roba per nulla male)?.

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