Ieri sera ho visto Thurston Moore dal vivo a Williamsburgh. Gran concerto, come c'era da aspettarsi: ha suonato quasi tutto il suo nuovo disco solista e la titletrack del precedente Psychic Hearts. Trovo che la "virata" folk dell'ultimo disco sia credibile e ben riuscita, il che non stupisce se pensi al suo spessore musicale e culturale.
Per un (purtroppo) early-nineties kid come me, scorgere tra il pubblico Lee Ranaldo, Mark Ibold e Rob Sheffield e' stato come sentirsi nella citta' del sole di Campanella, per un'ora e mezza. A chiaccherare coi fans prima dello show c'era anche Steve Shelley, che poi e' dovuto scappare ... a suonare. (E poi dice che il batterista non e' il ruolo piu' importante in una band -- just ask Pete Townshend and Jimmy Page.)
Per un (purtroppo) early-nineties kid come me, scorgere tra il pubblico Lee Ranaldo, Mark Ibold e Rob Sheffield e' stato come sentirsi nella citta' del sole di Campanella, per un'ora e mezza. A chiaccherare coi fans prima dello show c'era anche Steve Shelley, che poi e' dovuto scappare ... a suonare. (E poi dice che il batterista non e' il ruolo piu' importante in una band -- just ask Pete Townshend and Jimmy Page.)
In mezzo a tutta quella bella gente, ieri sera invecchiare faceva assai meno paura. Long live Thurston Moore.
(pic: Gaelenh)
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