martedì 29 gennaio 2008

Vampire Weekend -- Live @ Virgin Megastore NYC Jan. 28, 2008

Oltre ad essere stata, non smettero’ mai di dirlo finche’ non mi abbattete, un'annata musicalmente clamorosa (personalmente si contende la palma di annata del decennio con il 2002 e il 2004), quella del 2007 e’ stata anche l’annata del “secondo disco” (un po' tipo il '93). Vale a dire un sacco di bands che tra il 2004-2006 se ne sono uscite con dischi di esordio eccellenti, chesso’ LCD Soundsystem, Clap Your Hands Say Yeah, Arcade Fire, M.I.A., Beirut, Band Of Horses, Bloc Party, hanno fatto uscire il secondo disco l'anno scorso. Alcune hanno bissato eccome, altre hanno un po’ toppato, per quanto mi riguarda. Tutto questo per dire che piu’ che nuove bands, nel 2007 si e’ ascoltata gente che gia’ era in giro, seppur da poco. Eccezioni di nota nella dance e in alcuni generi un po’ borderline (No Age, A Place To Bury Strangers, Yeasayer, su tutti).

Quest’anno, forse perche’ nessuno aveva una mazza da fare nelle prime due settimane di gennaio, io in testa (ma la musica, quella in senso figurato intendo, e’ ahime’ cambiata), ci si sta affannando un po’ tutti a pescare delle next big things et similia. E ne stanno spuntando fuori un bel po’, almeno a sentire noi, gran traduttor dei traduttor di [fill with one or more among: pitchfork, stereogum, brooklynvegan, etc. etc. etc.].

Un par di volte nelle ultime settimane Dario e stamane Inkiostro hanno scritto cose carine nei confronti dei MGMT, per cui rimando volentieri ai loro post (anche se nella mia valutazione complessiva ci metterei un bel bemolle).

Dal canto loro, i Vampire Weekend (noantri se ne parlo' qui e qui), sorta di gruppo gemello dei MGMT (anche per conterraneita’), hanno avuto l’onore di presentare iersera un cordiale showcase al Virgin Megastore di Union Square, proprio contestualmente all’uscita del disco, fresco di importante endorsement di pitchfork (8.8 e menzione nell’ambita sezione “best new music” – quella senza la quale un fracco di oramai stimatissimi musicisti sarebbero probabilmente ancora a servire frappuccini).

Come spesso accade in queste occasioni, mi diverto assai a farvi perdere tempo parlando dei cavoli miei, senza descrivere una cippa di quello che ho visto. (Del resto, questo simpatico blog “Icepick”, ossia “il blog che piace alla gente che piace o almeno che si piace” (Franco, non ti ringraziero’ mai abbastanza), mi ha finalmente permesso di dedicarmi al cabaret, attivita’ che avrei sempre voluto intraprendere, prima di venire folgorato dalle Istituzioni di Gaio.) Ma a sorpresa questa volta vi parlero’ dei Vampire Weekend, che’ siete tutti li’ che fremete come delle scimmiette curiose per capire se si tratti o meno dell’ennesimo tanto fumo e poco arrosto. Alcune cose si sanno di gia’ e non c’e’ certo bisogno di me per ricordarle: i VW fanno ripetute citazioni di sonorita’ africane/reggae/caraibiche/world, etc. etc. Da qui, la curiosita’ di come sia stata la resa dal vivo del materiale di ‘ste quattro simpatiche canaglie.

Piccola parentesi: sono scandalosamente giovani. Ma giovani come fossero un gruppo di liceali, non sto scherzando. Per di piu’ tutti essenzialmente puliti (per i milanesi: tipo quelli del Tito Livio, per intenderci). E solo perche' ho promesso di non parlare di me che non vi tedio un secondo di piu' sul pubblico, che’ c’e’ voluto un ottimo show per distrarmi dal fatto che stavolta probabilmente ero il piu’ vecchio in una crowd per la maggior parte composta da NYU kids in their freshman year (te ne accorgevi, tra l’altro, per l’odore di alcol che trasudavano: classico della bevuta nel dorm prima dell’uscita).

Dicevo, un ottimo show. Sti picciriddi cordiali e sorridenti (il cantante sembra il compagno di classe che ti passa la – peraltro perfetta - versione di latino senza assolutamente fartelo pesare) suonano molto bene. Anche se l’impianto era quello che era, i nostri quattro pargoli hanno dimostrato di avere un tiro da fare invidia a tanti loro colleghi piu’ navigati e dal fisique du role piu’ credibile. Il batterista, su tutti, e’ notevole nel riuscire a pestare come un dannato ma al tempo stesso conoscere cosa sia la “dinamica” in un pezzo, che per il genere che fanno e’ tutto (odioso tutorial per chi non ha mai suonato: in soldoni, dinamica consiste nell’alternare fasi di "forte" a fasi di "piano", ossia tra fasi rumorose e non – Smells Like Teen Spirit, a sua volta, per ammissione di Cobain, ispiratasi ai Pixies di Debaser e Gouge Away, e’ la canzone che meglio di ogni altra la descrive). In piu’, il tarantolato leader Ezra Koenig e’ dotato di un’estensione vocale non indifferente oltre che di un timbro tutto particolare. Lo show case e’ consistito in 6 pezzi, tra cui gli oramai "classici" A-Punk, Mansard Roof, Oxford Comma, Cape Cod Kwassa Kwassa (nota: anche loro non hanno resistito la pessima tentazione di sparare tutti i pezzi migliori a inizio cd; ma che ci vuoi fare, lo fanno circa tutti oramai, dato un pubblico con una soglia di attenzione che non va oltre i dieci secondi, come bene ha detto di recente Cru7do).
-
Nonostante la proverbiale shyness/awkwardness/snobbery, aggiungici quel che vuoi, dei newyorkesi, la risposta del pubblico e’ stata assai convinta e piu’ o meno tutta la sala si e' lasciata andare come si augurava qualche giorno fa Dario. Sebbene si parli dei VW e non dei Clash, questo sia ben chiaro, posso tranquillamente ammettere che i nostri sono molto piu' solidi di quello che l'apparenza lascerebbe intendere e, per quanto ho potuto assistere, sono assai piu' presentabili e meno infastidenti di molti loro peers, tipo quelli di cui si diceva su (ma probabilissimo che dietro le sembianze da geppi colle faccine d’angelo, si nascondano dei serial killers). Dicevo, si parla dei VW e non dei Clash -- ma per un concerto gratis il giorno dell’esordio discografico, sinceramente puo' anche andare bene cosi’.

2 commenti:

  1. Cambia il mondo. Se io mi vestivo così a 18 anni per suonare non mi facevano salire neanche su una mensola.

    @icepick.
    Sono inquietato dal tuo silenzio, ancora più strano alla luce dell'esperienza scandinava, che avrebbe dovuto fornirti materiale per scrivere.

    RispondiElimina
  2. Per ringraziarmi ma proprio ringraziarmi ringraziarmi, potresti mettere in un sacchetto un paio di polisini da football, hai presente quelli che hanno lo spazio per gli schemi e portarmelo quando torni da questa parte dell'oceano...;-)
    FRank

    RispondiElimina