martedì 23 ottobre 2007

my two pants


Prima che mi dimentichi del tutto, volevo parlare della mostra di Richard Prince al Guggenheim, che ho visto un paio di settimane fa per ammazzare le due ore d’attesa per il visto russo.

Alla mostra sono riuscito a mettere insieme tanti puntini. Ignoravo ad esempio che negli anni '80 Prince avesse fatto molto clamore per avere inserito in una sua collezione quella famosa foto di Brooke Shields (da cui sorti' un mezzo macello tra polemiche e azioni legali della famiglia di lei e del fotografo Garry Gross). Ma soprattutto non sapevo che fosse Prince l'artista divenuto famoso per aver rifotografato e presentato come proprie una serie di immagini pubblicitarie gia’ comparse sul New York Times. Proprio a seguito di quelle foto, nacque un fitto dibattito, che a guardarsi in giro non pare affatto terminato, su originalita’ artistica, identita’, appropriazione e diritto della proprieta’ intellettuale. Sebbene in un’altra forma d’arte, si puo' dire che Prince e’ in fondo un precursore del mash-up.

Ho ammirato da vicino la bellezza dei Nurse Paintings (concepita per delle copertine di romanzi pulp), da cui nel 2004 i Sonic Youth attinsero per la copertina del penultimo album Sonic Nurse.

Oltre ai Nurse Paintings, sono rimasto colpito dagli enormi quadri con jokes scritti a caratteri cubitali. Tra le tante, oltre a “My father was never home, he was always drinking booze. He saw a sign saying ‘Drink Canada Dry.’ So he went up there”, ho apprezzato moltissimo (anche perche' sono riuscito ad attribuirne una paternita', che prima ignoravo) questa:

with all I’ve heard about A-Bombs that’ll destroy a city and H-Bombs that’ll destroy the world you know I just haven’t any incentive to buy a two pants suit”.
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Non solo la battuta catapulta immediatamente in una fase particolare della storia degli Stati Uniti (la fobia nucleare dei '50/60); soprattutto svela molto di piu’: l'assurdita' del pianificare, del prefissarsi obiettivi, del guardare al futuro, della vita insomma -- paradossalmente, di cose assurde grazie (anche) alle quali si prova a rendere meno assurda una cosa assurda.

A proposito, qualcuno mi dice che cazzo ci sto facendo a Mosca?

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